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Lo studio della luce raccontato ai più piccoli. Ad Arcola un’aula speciale

Una stanza-laboratorio destinata ai bambini dell'infanzia e non solo. Questa mattina l'inaugurazione.

Lo studio della luce raccontato ai più piccoli. Ad Arcola nasce un'aula speciale

Si impara a giocare con la luce in un nuovo spazio all’interno della scuola di Ponte di Arcola. Il taglio del nastro si è tenuto questa mattina alla presenza dei bambini, della dirigenza scolastica e dell’amministrazione comunale. Si tratta di un luogo innovativo, un’aula- ambiente dove i ragazzi potranno lavorare con le mani e scoprire la tecnologia, con uno sguardo al passato. Tutti gli esperimenti sono improntati all’importanza della luce e dell’ombra, un metodo per percepire la realtà da un altro punto di vista coinvolgendo anche tutto il corpo. La stanza è stata realizzata con il contributo di Enel Cuore e Reggio Children la fondazione che si ispira al lavoro di Loris Malaguzzi che ha rinnovato l’idea della scuola dell’infanzia.

“Questo ambiente – ha dichiarato Antonio Fini dirigente scolastico di Arcola e Ameglia – verrà utilizzato anche dai bambini della primaria e dagli studenti della secondaria di primo grado. Qui mescoliamo le tecnologie. Nell’aula ci saranno proiettori, computer, tablet e allo stesso tempo lavorare con le mani. Saranno presenti tantissimi oggetti che riguarderanno l’ottica. Sarà altissima l’attenzione verso il rigore scientifico senza trascurare il gioco su basi e contenuti forti. Questa è la sfida della scuola ed è un nostro compito”.
“Siamo in un luogo speciale – ha dichiarato il sindaco Emanuela Orlandi – e qui i ragazzi possono fare esperienze avvicinandosi alla scienza. Questi elementi rendono la nostra scuola migliore. Il laboratorio ha vari gradi di utilizzo ed è alla portata di grandi e piccoli”.
” In questo spazio i bambini possono esplorare – ha dichiarato Francesca Palumbo, insegnante della scuola primaria – e conoscere la realtà usando filtri, proiettori e giocare con la luce. Così potranno scoprire una nuova dimensione della realtà. Nel primo esperimento hanno costruito dei mondi su carta e poi sono stati riprodotti attraverso un proiettore”.

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