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"nessun rifiuto ospedaliero"

Iren: "Radioattività deriva da indumenti, nessun pericolo"

Recos/Iren replica ad associazioni e comitati: "Una strumentalizzazione che stigmatizziamo".

L'impianto Cdr di Saliceti

“Fare chiarezza e tranquillizzare i cittadini del territorio”. Questo l’intento della nota diramata in queste ore da Recos, società del gruppo Iren, in risposta alla conferenza stampa organizzata sabato scorso da associazioni e comitati contrari alla realizzazione del biodigestore di Saliceti, i quali avevano denunciato alla stampa il rinvenimento di rifiuti radioattivi provenienti dal ‘fagiolo’ vezzanese – segnatamente dall’esistente impianto che tratta indifferenziato – una volta arrivati, in un caso, in Lombardia, in un altro in provincia di Parma.
“I casi di radioattività segnalati – affermano dall’azienda – fanno riferimento alla presenza nei rifiuti urbani di indumenti di persone sottoposte a cure, presumibilmente chemioterapiche, presso il proprio domicilio. Ne consegue l’assenza di pericolosità di tali materiali – prodotti all’interno delle abitazioni domestiche – per i quali non è prevista o suggerita dalle autorità sanitarie una raccolta differenziata specifica, ma che vengono conferiti all’impianto dal circuito della raccolta dei rifiuti urbani. Tutto ciò premesso, e sottolineato inoltre che presso l’impianto in oggetto non si verifica alcun processo di combustione che possa in qualche modo interferire con la radioattività, il Gruppo Iren precisa che: presso l’impianto Tmb di Saliceti entrano solo rifiuti urbani e ad essi assimilati, non rifiuti ospedalieri; tutti i rifiuti che vengono introdotti nell’impianto sono sottoposti ai controlli amministrativi e tecnici previsti dalla normativa vigente e per ogni ingresso si ha traccia del trasportatore, della tipologia del rifiuto, del suo peso e della provenienza; presso il sito non è presente un portale per il controllo della radioattività in quanto tale elemento non è previsto dall’autorizzazione e neppure dalle norme tecniche di settore per queste tipologie di impianto e di rifiuti trattati poiché tali rifiuti vengono successivamente inviati in altri impianti (c.d. impianti riceventi) che sono dotati di portali per il controllo della radioattività come previsto dalla normativa vigente. Detti portali sono estremamente sensibili e rilevano ogni variazione rispetto al valore di fondo naturale”.

“Il gruppo Iren – conclude la nota – stigmatizza invece con forza la strumentalizzazione relativa all’accostamento, inopportuno e inadeguato, tra il ritrovamento di alcuni indumenti personali domestici presso il Tmb (peraltro con esigue tracce di radioattività) con l’iter autorizzativo del biodigestore di Saliceti. Tale impianto sarà infatti destinato a trattare la frazione organica e il verde che derivano da specifiche raccolte differenziate e sui cui flussi sono previsti i controlli tecnici e amministrativi previsti dalle norme vigenti e dalle regole di buona tecnica”. Un trait d’union, quello tra l’impianto esistente e quello che Recos ha in mente di edificare nelle medesima location, che gli attivisti hanno delineato per registrare di come, a loro parere, la società non sia in grado di fornire adeguate garanzie in materia di sicurezza.