Monta la protesta contro la realizzazione di un biodigestore a Saliceti, località al confine tra Santo Stefano e Vezzano. Ed è in terra santostefanese che la mobilitazione si fa ogni giorno più accesa. Tra ieri e oggi il territorio comunale è stato tappezzato di striscioni contro l’installazione dell’impianto – che tratterebbe 60mila tonnellate di rifiuto organico all’anno -, affissi all’esterno di quelle abitazioni e attività, non poche, che, su invito del coordinamento ‘No biodigestore’, hanno accettato di esporli. Il fronte del no, che in settimana ha raccolto alla ex Vaccari cinquecento persone, si è dato appuntamento martedì prossimo in Provincia alle 17.30 per far sentire la sua presenza in occasione di un consiglio provinciale che avrà all’ordine del giorno anche la grana dell’impianto progettato dall’azienda Recos. In particolare, il presidente dell’ente provinciale, Giorgio Cozzani, risponderà all’interrogazione con cui il consigliere della sinistra Andrea Licari chiede lumi sulla posizione del numero uno di Via Veneto e sulla procedura che sarà adottata nell’eventualità che si riapra la discussione sulla collocazione del presidio industriale. In consiglio potrebbe inoltre trovare spazio la mozione urgente della consigliera Pd Dina Nobili, che intende chiamare il consiglio a esprimersi – le mozioni implicano un voto – sul biodigestore, senz’altro un passaggio interessante, che potrebbe travalicare le appartenenze politiche, e che con un occhio potrebbe guardare alle possibili ripercussioni sull’imminente tornata elettorale (com’è noto si vota in due comuni interessati dalla querelle: Arcola e Vezzano).
Intanto sulla piattaforma Change.org ha preso il via una petizione anti biodigestore che fa leva sul nodo delle falde acquifere. “Non toccate l’acqua del Golfo dei poeti”, si legge nel titolo della raccolta firme promossa dal Comitato Acqua Bene Comune della Spezia. “A prima vista il digestore potrebbe sembrare la soluzione ottimale per lo smaltimento dei rifiuti organici ma dietro a questi impianti si celano dei rischi concreti per la salute dei cittadini: durante il processo di fermentazione si producono batteri sporigeni (es. Escherichia coli, batteri sporigeni del genere Clostridium quali tetano, botulino,etc.) che potrebbero irrimediabilmente finire nelle colture e nell’aria, comportando seri rischi alla salute, all’ambiente e alla catena alimentare”, scrivono gli attivisti, convinti che sia “fondamentale che la costruzione di questo impianto non avvenga vicino al fiume: il rischio di inquinare le falde acquifere vale un progetto e gli interessi economici che ne derivano! Il Tar della Regione Liguria con la sentenza 876/2018 di recente ha bloccato l’autorizzazione alla costruzione del biodigestore di Isola del Cantone (GE) in quanto, tra le motivazioni, afferma che tali impianti debbano essere costruiti lontano da torrenti e corsi d’acqua usati per l’approvvigionamento di acqua potabile”.