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"serve un'ordinanza"

Comitato che Botta: "No a sperimentazione 5G a Sarzana"

Petizione rivolta a sindaco, giunta e consiglio comunale.

Antenna televisiva

Nell’aprile 2017 il consiglio comunale di Sarzana ha adottato il Piano di organizzazione degli impianti di teleradiocomunicazione, strumento integrativo alla pianificazione di livello comunale. Il 5 agosto 2017, il comitato Sarzana che botta! aveva presentato osservazioni al Piano, lamentando la mancanza di rilevazioni aggiornate alla base della pianificazione. “Solo nell’aprile 2018, la Giunta Comunale ha deliberato di sottoscrivere una convenzione con l’Agenzia regionale per l’ambiente per il monitoraggio delle emissioni. Questa decisione ha origine dal sollecito proveniente dal Difensore Civico regionale, a cui il comitato si era rivolto per ottenere risposte da parte dell’amministrazione Cavarra. Con l’elezione del nuovo Sindaco, queste incombenze sono passate alla nuova amministrazione. Il Piano e la convenzione che giacciono in qualche cassetto del settore Ambiente e Territorio, meritano di vedere la luce e non solo perché sono il frutto di un battaglia di cittadini e comitato. Il Piano Antenne è un obbligo di legge, per redigerlo sono stati spesi soldi pubblici e insieme al monitoraggio delle emissioni da parte di Arpal, sono gli unici strumenti per tutelare la salute dei cittadini”, segnalano oggi dal Comitato Sarzana che Botta! nel testo della petizione inviata al sindaco Cristina Ponzanelli, alla giunta e al consiglio comunale.

“La tecnologia delle telecomunicazioni corre veloce – continuano i Bottas -, molto più in fretta della macchina amministrativa e mentre noi le chiediamo di riprendere in mano la questione degli impianti di 3° e 4° generazione del nostro territorio, nel Paese è partita la sperimentazione della tecnologia 5G. Alcuni esperti (ricercatori, medici e ingegneri) convocati e auditi dalla Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera nell’aprile 2019, sono concordi sul fatto che la mancanza di uno studio sugli effetti del 5G sull’uomo sia un valido motivo per applicare il principio di precauzione nel diffondere la tecnologia nelle nostre città. All’audizione è intervenuta la Dott.ssa Belpoggi, direttrice dell’area ricerca dell’Istituto Ramazzini che è stata convocata dalla Commissione per riferire dei suoi studi sugli effetti biologici dell’ esposizione alle radiazioni ionizzanti (onde elettromagnetiche).Il centro ha condotto una ricerca decennale sugli effetti biologici delle radiofrequenze su cavie da laboratorio e i risultati hanno rivelato la correlazione tra esposizione e insorgenza di malattie tumorali”.

“Il comitato – si legge ancora – aveva ospitato la Dot.ssa Belpoggi nel novembre 2017 per un incontro divulgativo, in cui è emersa la necessità di guardare con prudenza al livello di emissioni elettromagnetiche e non ultimo una necessaria educazione all’uso sicuro dei dispositivi elettronici. Questi mesi di emergenza hanno evidenziato l’importanza delle tecnologie e della rete nella nostra società, ma ancora più importante è emerso il ruolo della ricerca scientifica in campo medico e della prevenzione. L’investimento nella ricerca preventiva sugli effetti delle emissioni da radiofrequenze è parte di una nuova visione del futuro che non potrà più accettare i rischi del progresso senza trovare il giusto equilibrio per l’ambiente e la salute umana. Sappiamo che i comuni vivono in condizioni di scarse risorse economiche e di competenze, e che hanno difficoltà a gestire problemi di questa natura ma confidiamo che questa amministrazione possa contribuire a un cambiamento, non è pensabile continuare ad agire o non agire, inconsapevoli dei rischi”.

Alla luce di queste considerazioni il Comitato Sarzana, che botta!, nella petizione, chiede al Sindaco, alla Giunta e al Consiglio Comunale di ripartire dal Piano di organizzazione degli
Impianti di teleradiocomunicazione, dal monitoraggio e soprattutto dall’attenzione per il 5G e per la ricerca, con alcune proposte operative:
1-la revisione del Piano Comunale, che tenga in considerazione le osservazioni dei cittadini e
delle associazioni per arrivare ad una sua definitiva approvazione in Consiglio
2-l’attivazione della convenzione con Arpal per il monitoraggio delle emissioni, che per legge
dovrebbe essere almeno annuale e la messa a disposizione dei dati ai cittadini
3- l’emanazione di una ordinanza sindacale di divieto di sperimentazione della tecnologia 5G sul territorio comunale in ottemperanza al principio di precauzione sancito dall’Unione Europea, mancando qualsiasi valutazione preliminare del rischio sanitario legato al 5G, in attesa della nuova classificazione dell’ IARC sulla pericolosità delle radiazioni ionizzanti. Ordinanze simili sono state emanate da 200 comuni su tutto il territorio nazionale
4- sostenere e contribuire al finanziamento di uno studio scientifico sperimentale realizzato da una istituzione scientifica indipendente ai fini di verificare possibili effetti biologici dei campi
elettromagnetici a radiofrequenze alle frequenze preposte per il 5G. L’Istituto Ramazzini si è reso disponibile a convertire le sue strutture per una ricerca sul 5G, senza trovare appoggio da parte del Ministero della Salute. Alcuni enti locali, come i comuni di Trento e Torino, nell’interesse della salute dei loro cittadini, hanno invece deciso di aderire e promuovere la ricerca attraverso cofinanziamenti, cifre stabilite in base alle disponibilità dei singoli bilanci comunali Il comitato Sarzana che botta!, per le proposte sopra esposte e per quanto possibile, si rende disponibile a sostenere l’amministrazione.

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