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Calcio e impegno sociale, L’égalité a Scampia

L'associazione sarzanese ha partecipato anche quest'anno al torneo "Libera in goal" dedicato alla vittima innocente di camorra Antonio Landieri.

Per l’associazione L’égalité si è concluso con un sesto posto il torneo di calcio a cinque “Libera in gol” disputato in questi giorni a Scampia e intitolato ad Antonio Landieri, vittima innocente di camorra ucciso nel 2004. La manifestazione, che al calcio aggiunge momenti di approfondimento e riflessione collettiva attraverso testimonianze dirette, per tre giorni ha visto impegnati anche i giovani che dal 2011 a Sarzana parlano di cittadinanza attiva con ragazzi e adulti, supportati e affiancati con forza dall’associazione Libera e concessionari del bene confiscato di Via Landinelli 42, il Quarto Piano. Un appuntamento quello partenopeo che dopo sette edizioni continua a creare occasioni di incontro tra le diverse esperienze che animano e vivono il famigerato quartiere e le tante realtà provenienti da tutta Italia per partecipare alla competizione.
Un’opportunità per fare da “megafono” alle storie dure e incredibili di questa terra ma anche alle incoraggianti realtà che fortunatamente non mancano. Fra queste c’è sicuramente “Chiku”, un bene confiscato alla camorra e riutilizzato socialmente come ristorante italo-rom, nel quale è stato possibile ascoltare le esperienze di Bruno Vallefuoco, padre di Alberto vittima innocente di camorra, e di Pietro Ioia, ex detenuto e autore del libro “Cella 0” che racconta le torture subite nel carcere di Poggioreale.

Alberto Vallefuoco viene ammazzato a colpi di mitra mentre esce, assieme a due coetanei, dall’azienda dove svolgeva il proprio corso di formazione professionale. Dalle parole del papà si percepisce tutta l’amarezza dei sogni infranti di chi stava per affacciarsi al mondo del lavoro e il dolore di chi vive una perdita così innaturale. Alla famiglia non basta vedere condannati gli esecutori della morte del figlio, decide così di fare un passo in più: incontrarli e cercare, con loro, un dialogo e una presa di coscienza rispetto agli errori commessi. La grande prova di umanità di questa famiglia rende il racconto di Bruno autentico e indiscutibile. “Sono arrivato alla conclusione che la responsabilità della morte di mio figlio – ha raccontato – non è soltanto di chi materialmente l’ha ucciso, ma di tutta la mia generazione, me compreso, perché stavamo costruendo una società basata sul disvalore.Attraverso il confronto si curano le ferite”.
Lo stesso incontro viene sperimentato da Pietro Ioia che, da ex detenuto, oggi racconta la seconda fase della sua vita accanto ai carcerati. Questo lascia ai presenti (e ai lettori) uno stimolo per riflettere su un tema mai sufficientemente conosciuto come quello delle condizioni delle carceri italiane e sull’aspetto umano dei detenuti. Come anticipato da Bruno Vallefuoco, anche Pietro affronta l’argomento valoriale. “Sì può cambiare!” afferma con forza dopo un intervento che lascia increduli. Il loro coraggio si riflette negli occhi di chi vive quotidianamente una storia complessa, ma che ha trovato nel territorio e nella grande famiglia dei parenti delle vittime un appoggio fondamentale.

Nello stadio dedicato ad Antonio Landieri – che ospita anche una mostra che ricorda tutte le vittime innocenti di camorra – si alternano le partite mentre i momenti liberi sono dedicati agli altri baluardi sociali di questo quartiere.
Come “La Scugnizzeria”, casa dell’associazione Vodisca (Voci di Scampia) motore di cambiamento e vera anima sociale ed educativa di “Libera in goal”. Un luogo magico il cui logo raffigurante un asinello volante racchiude tutta la sua essenza: tutti possono spiccare il volo, anche coloro che si sono allontanati dalla scuola, che vivono in condizioni di difficoltà, che in questa periferia non hanno ancora trovato l’occasione per dimostrare le proprie capacità. La Scugnizzeria è una libreria, un laboratorio teatrale, una tipografia, una radio, una scuola di artigianato e molto altro. È il fulcro di una festa che coinvolge locali e calciatori ospiti, collegando passato e presente, unendo artisti di strada come i madonnari o la guarattellara Irene Vecchia i cui burattini della tradizione affascinano grandi e piccini.
Per L’égalité i risultati sul campo parlano di un sesto posto ma sotto il profilo umano la valigia del rientro e piena di momenti e incontri da ricordare.

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