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"dodici mezzi in più"

"Digestore, basta falsità su camion e tonnellate"

Gaudenzio Garavini, ex amministratore unico di Acam e ora consigliere di Recos, replica alle osservazioni di associazioni e comitati.

Gaudenzio Garavini

Ampio spazio giovedì scorso nel consiglio comunale di Santo Stefano ai sodalizi contrari alla realizzazione del biodigestore di Saliceti. Il Comitato Che Botta! con Carlo Ruocco ha invitato a “guardare il problema da spezzini, a livello complessivo” e ha spronato la politica “a non fare i soliti teatrini ma a farsi carico del fatto che si vuol far diventare Spezia la pattumiera della regione”. Uno stringatissimo Giovanni Rolando del Comitato Ponzano e dintorni ha detto soltanto “Vogliamo delle risposte”, mentre Samuele Di Capua di Cittadinanzattiva ha ribadito che è necessario valutare l’ipotesi del procedimento aerobico (in luogo di quello anaerobico alla base dell’impianto pensato da Recos) mettendo in guardia circa i rischi legati a “possibile inquinamento delle falde acquifere ed emissioni di CO2” e chiedendo all’amministrazione santostefanese di spingere a quella di Vezzano (nel cui territorio ricade Saliceti) di proporre una verifica della sostenibilità sanitaria del digestore nell’ambito della conferenza dei servizi. Carla Bertolotti, timoniera del Comitato no biodigestore Saliceti, ha puntato il dito contro “i 4.500 camion da 20 tonnellate ciascuno che ogni anno arriverebbero al digestore congestionando ancora di più aria e viabilità”, rilanciando la battaglia “per salvaguardare l’acqua, l’aria, il suolo e la qualità della vita di quelle persone alle quali magari poi la politica andrà a chiedere il voto”. L’ex sindaco e presidente provinciale Sauro Baruzzo, intervenuto per Da Porta Nord alla Brina, ha invitato i sindaci di quei territori “che fruiscono dell’acqua del Magra, che è il vero problema, a dare incarichi all’Università per avere un parere” e ha esortato la politica a “prendere posizioni ufficiali con azioni conseguenti che rimettano in discussione il procedimento, che è già in fase avanzata. Si rischia altrimenti di perdere una giusta battaglia”.

A parte di queste perplessità ha risposto via social Gaudenzio Garavini, ex amministratore unico di Acam, membro del Cda di Recos e attento auditore della conferenza stampa con cui in settimana la società del Gruppo Iren ha mandato su tutte le furie il fronte del ‘no’ definendolo – per bocca del presidente Castagnetti – una “minoranza rumorosa”. Il manager imolese ha scritto che “dopo circa un anno che si parla di impianto aerobico e anaerobico per il trattamento del rifiuto organico dobbiamo leggere ancora certe falsificazioni della realtà da parte di esponenti di comitati contrari all’impianto”. In merito alle perplessità sulla quantità dei rifiuti organici destinati a Saliceti – visto che dagli interventi delle associazioni è emersa la preoccupazione che si arrivi a 180mila tonnellate annue – Garavini ha assicurato che “l’impianto proposto prevede di trattare 60mila tonnellate annue di rifiuti organici e 30mila tonnellate annue di verde utili a produrre biometano e compost di qualità per l’agricoltura”. E sui mezzi pesanti ha osservato che “altra falsità sono i 4500 camion, la verità è che i mezzi saranno 56 al giorno di cui 42 mezzi sono già presenti ora sul territorio: l’apporto di mezzi aggiuntivi è quindi di 14 giornalieri. Si cita inoltre come alternativa la tecnica del compostaggio aerobico: già l’impianto progettato e proposto da ReCos si caratterizza per tecnica aerobica, per produrre compost, di tecnica anaerobica per produrre biometano, uno dei combustibili più ‘verdi’ esistenti e che non si produrrebbe sono con la tecnica aerobica”. Garvanini ha chiuso infilando il dito nella classica piaga: “Che chi protesta sia una minoranza, con tutto il rispetto delle minoranze, è un dato di fatto visto che stiamo parlando di un impianto, quello progettato da Recos, che dovrebbe servire gli oltre 200mila abitanti della provincia della Spezia e quelli del Tigullio”.