- Una particolarità dell’idioma della gente di Sprugolandia, è che non pronuncia le doppie con l’unica eccezione della esse. Per il linguaggio tecnico è il famoso “scempio delle geminate”, le consonanti gemelle.
Tale peculiarità produsse un curioso inconveniente. Quando i cartografi genovesi, che erano istruiti, disegnavano la carta del territorio, interrogavano gli indigeni per sapere i nomi dell’area che traducevano in mappa. Naturalmente, avendo studiato, sapendo che qua si risparmiava anche sulle doppie, le inserivano nei nomi dei luoghi anche a sproposito, dove non servivano. Commettevano quello che nel gergo specialistico si chiama “errore dotto”: sbaglio commesso per troppa sapienza.
È per questo che noi oggi diciamo Vicci, un nome che viene dal latino vicus con una “c” sola: i progenitori dicevano bene, ma i geografi li interpretavano male: avevano studiato troppo, o forse troppo male che spesso è peggio del non studiare.
Identica cosa si verifica per i Buggi. “Perché chiamate così il posto?” “Pe-i büghi” rispondevano riferendosi alle piccole caverne che sono della zona. E Buggi fu.
Fra l’altro, lì vicino c’è una strada di campagna che porta alla Madonna dell’Olmo e ha un nome curioso. Si chiama via della scresa, un nome davvero insolito ma che ha un’origine così distante nel tempo che quasi nessuno sa più da dove viene.
La sua origine è crosa, un vocabolo di fatto sconosciuto anche se molti conoscono il bellissimo Lp “Crêuza de mä” che Fabrizio pubblicò nel 1984 per riprodurre le molte sonorità che affratellano il Mediterraneo.
Lui cantava un sentiero in mezzo al mare, ma a Sprugolandia la crosa era la stradina di campagna incassata fra due appezzamenti di terreno, di entrambi rappresentando il viottolo che a loro menava ed al tempo stesso il confine che li separava.
Non si pensi però ad un termine esclusivamente sprugolotto ché, anzi, è presente in tutti gli idiomi del Nord dove supera anche le Alpi per spingersi fino a lambire la terra di Occitania. Anche se in ogni area che tocca assume forme differenti, l’origine è comunque comune, tutte le varianti derivanti dal latino medievale “corrosum”, consumato, proprio per essere quella stradetta incassata, posta al di sotto del livello del piano.
Di crose a Sprugolandia ce n’erano tante, ma di una sola resta la memoria, tramandata forse perché portava ad un luogo di devozione o di passeggiate primaverili. Tuttavia, il nome assunto ha storpiato l’origine. Ignoro il perché del mutamento, però la stradina insegna che anche dalla toponomastica stradale impariamo quale era l'aspetto d’antan del territorio.
BERT BAGARRE