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Un lettore: "Io, ex tifoso disgustato da questo calcio"

Pallone sgonfio

“Spettabile redazione, si è chiusa nel peggiore dei modi ieri sera la peggiore estate giudiziaria che il calcio italiano ricordi.

Il caso ha voluto che la sentenza del CONI sul caso ripescaggi sia coincisa con la pubblicazione delle motivazioni del provvedimento con cui la stessa corte ha annullato con rinvio la sentenza sul caso Frosinone-Palermo.
Tali motivazioni gettano un’ombra sulla regolarità del campionato di Serie A in corso, perché da esse si evince che, se la giustizia sportiva avesse agito nei tempi celeri che dovrebbero esserne una caratteristica intrinseca, esso avrebbe avuto una diversa composizione dell’organico e che, secondo quanto esposto nelle stesse motivazioni, la società responsabile dell’illecito dovrà essere punita con punti di penalizzazione anziché nella stagione passata, fatto ora impossibile dato che sono state già disputate 3 giornate, nella stagione in corso.

Oltre a essere una premonizione di quanto potrà avvenire a seguito della non decisione sulla legittimità del blocco dei ripescaggi in Serie B, questo, unito al fatto che un’altra società di A, il Chievo, si è anch’essa salvata dalla retrocessione a tavolino grazie a un paradossale cavillo (processo da rifare in quanto l’imputato Campedelli non si era presentato all’udienza) e subirà conseguentemente la penalizzazione nella stagione attuale e non in quella passata (c’era tutto il tempo di fare il processo tra luglio e agosto ma hanno scelto di rimandare), significa che ci sono due formazioni di cui è facile ipotizzare la retrocessione già a metà campionato, con grave turbamento della corsa salvezza e della regolarità dell’intero campionato.

Venendo di conseguenza al caso ripescaggi, è un qualcosa di incredibile che, tramite il tribunale del CONI sua somma espressione, la giustizia sportiva, di cui, va ripetuto, la rapidità di decisione anche in periodo agostano in vista dell’inizio della stagione dovrebbe esserne caratteristica puculiare, possa impiegarci un mese, nonostante i campionati di C e D paralizzati a cascata, a scoprire che la questione del blocco dei ripescaggi non attiene alle sue competenze, e a invitare le parti ricorrenti a rivolgersi al TNAS (giudice di primo grado), pure con sprezzo del ridicolo dato il fatto che la pronuncia non arriverà mai in tempo per poter avere efficacia, come avvenuto con il caso Frosinone.

Spicca poi purtroppo l’egoismo dei 19 club di Serie B, in tutte le loro componenti: le società incuranti che la riduzione dell’organico significa non avere in Serie B potenzialmente tre città in cui il calcio è calore tifo e passione, i calciatori ignorando che ciò significa 66 posti di lavoro in meno per la loro categoria. Il tutto per non dire della ferita inferta al campionato che avrà, unicum nel panorama del calcio che conta, un numero dispari di squadre, fatto considerato foriero di alterazione di fatto della regolarità di un campionato sin dai Giovanissimi Provinciali. Ciò sommato al fatto che per aggirare la normativa federale si è lasciato intatto il format di playoff e retrocessioni, sussiste il rischio che tra ottava e quint’ultima ci siano così pochi punti da trasformare le ultime giornate da uno spettacolo avvincente come quello delle recenti stagioni a un qualcosa di grottesco dove il risultato di una partita può determinare la possibilità di Serie A o il rischio di Serie C.

Ma così sarà, e purtroppo la verità su quanto accaduto arriva dalle parole di un presidente di una società neopromossa, il Cosenza, il quale, anziché dirsi preoccupato per il nuovo format che aumenta le possibilità di retrocessione per una formazione obiettivamente non tra le più attrezzate come quella calabrese, spinge anch’egli per la soluzione a 19, forse con l’intenzione di accaparrarsi i 780mila euro in più a squadra derivanti dal minor numero di società tra cui spartirsi le mutualità: in fondo è questo quello che interessa ai 19 club di B, il fatto che il buonsenso voglia che per giocare un campionato serio il numero di squadre debba essere pari viene in un secondo momento.

E questo può starci, perché ogni parte deve fare i propri interessi. Ma quando un commissario straordinario FIGC insediatosi nel nome del rinnovamento (e già fattosi conoscere per il suo progetto di sostituire società storiche di Serie C con Juventus B e Milan B), anziché imporre il rispetto delle normative federali mette la faina a guardia del pollaio, quando il tribunale CONI, somma espressione della giustizia sportiva in Italia, impiega un mese per annunciare che del campionato di B con un numero dispari di squadre e della palese violazione delle normative federali se ne lava le mani, quando i tribunali sportivi in estate (momento in cui servono di più) vanno in ferie, quando tutto questo sta avvenendo nell’indifferenza dei grandi giornali sportivi preoccupati a scrutare astri e statistiche per prevedere quando segnerà Cristiano Ronaldo, nonché nella ancor più preoccupante indifferenza della maggioranza dei tifosi italiani cui il “calcio minore” non interessa più, anche per una persona che non riesce (e forse non riuscirà neanche dopo questo inaccettabile arbitrio) a stare lontano dalla Curva Ferrovia, la misura è colma”.

Luca Ventura, dalle 19 di ieri ex tifoso di calcio