- A volte si verificano dei movimenti di massa che colgono impreparati perché sono novità che sconvolgono la routine quotidiana. Succede allora che ci si chieda perplessi come sia potuto succedere un simile rivolgimento di cui non ci è facile capire l’eziologia. Eppure, nulla succede all’improvviso, ma ogni cosa ha una gestazione lunga e datata, si manifesta con avvisaglie di cui non siamo capaci di comprendere la valenza. Oppure, molto più semplicemente preferiamo far finta di niente, pensiamo che si tratti solo di piccole cose senza capire che è preferibile intervenire quando sui sintomi si può ancora agire modificando le situazioni che li generano.
Negli anni della contestazione conoscemmo le giuste rivendicazioni delle donne e non pochi ne furono sorpresi. Eppure, era un fenomeno dalle origini antiche, si pensi alle suffragette o all’effetto liberatorio sulla condizione femminile della Grande Guerra. Dopo quel conflitto su quel tema anche la mentalità della gente della Sprugola non fu più la stessa. Del nuovo modo di pensare è testimone la stampa che riflette e contemporaneamente indirizza l’opinione pubblica.
Così, si possono leggere non pochi articoli che risentono negli articoli pubblicati nella cronaca della landa, del nuovo vento che soffia. Si approcciano tematiche impensabili in precedenza: il dernier cri della Ville Lumière, i balli che là sono in voga, le vetrine in cui le signore si specchiano immaginandosi nelle vesti che vi sono esposte.
Compare anche uno spazio dedicato alla casa. Da quel trono la donna non è ancora affrancata ma si comincia a parlare del loro boudoir, il salottino riservato in cui la mater familias del tempo ritrova lo spazio della sua intimità, quello che ancora non si chiamava privacy. Lì può leggere, riflettere, incontrare le amiche per le reciproche confidenze da cui il giornale non esclude scambievoli confessioni su argomenti scottanti.
Se i miei nonni maschi non ebbero mai uno studio tutto per sé, parimenti le nonne nelle loro casette non ebbero mail un boudoir. Tre stanzette a Rebocco e un paio di figlioli proprio non consentivano divagazioni di questo genere se non a livello onirico e penso che la loro fosse una condizione molto diffusa a Sprugolandia. Che questa sia la situazione oggettiva è ben consapevole anche il giornalista che suggerisce alle lettrici che anche uno sgabuzzino può servire a costruirsi un proprio angolo riservato. Siccome dubito che l’altra metà del cielo leggesse compatta la stampa sprugolotta, mi viene da dire il suggerimento fosse rivolto soprattutto agli sposi.
Ma quanti lo raccolsero?
BERT BAGARRE