- "Sul muro di un palazzo di Via Colombo c'è la scritta "latina" a grossi caratteri in rilievo che recita: "Numen adsum indigete hic Sprugula civis esto perpetue mane valeove ovi bibis".
Non mi è chiara la traduzione letterale, anche se si evince un significato approssimativo 'Il Nume qui presente nella Sprugola offre ai cittadini perpetuamente abbondanza di acqua da bere'.
Sapreste illuminarmi di più?
Allego foto della scritta.
Grazie sentitamente"
Colombara Giuseppe
Risponde Alberto Scaramuccia:
L’ampio caseggiato di via dei Mille 14 nella facciata di via Colombo ha una coppia di iscrizioni in caratteri lapidei latini corredati da due bassorilievi che a specchio raffigurano altrettante divinità delle acque che, nudo il seno sciolto il crine, guardano in opposte direzioni mentre da un otre sgorga acqua.
L’iscrizione di destra, quella per la quale il gentile lettore chiede il significato e che guarda verso il sito dov’era il lago Sprugola, così recita:
NUMEN ADSUM [,] INDIGETE HIC SPRUGOLA [.] CIVIS ESTO [,] PERPETUO MANE VALEOQUE QUI BIBIS
per la traduzione
Quale nume tutelare sono presente, divinità indigena essendo qua io Sprugola. Sii sempre un buon cittadino, in perpetuo rimanilo e godi di buona salute tu che qua ti disseti.
La Sprugola è celebrata quale divinità locale che protegge i cittadini che, dissetandosi presso di lei, sono battezzati con un rito profano. Queste ultime parole sono la traduzione dell’antica leggenda per cui sarà sempre cittadino di questa landa chiunque abbia calmato l’arsura (/la parola è dettata dalla situazione contingente) abbeverandosi alla Sprugola.
A mio avviso, molto più interessante è invece la seconda iscrizione quella che guarda verso il mare dove la Sprugola finisce.
TIBI [,] INCOACTA SUB IMPOSITA MOLE [,] DENUO EFFUSE [,] DIVOQUE LYMPHA PATRUM EXORIOR
Per te, nonostante la diga che mi costringe, di nuovo a largo raggio [e] per la divinità quale linfa dei padri sgorgo.
La chiave per capire questa seconda frase è “sub imposita mole” che è stata sempre intesa come “sotto il peso impostomi”, mentre una più accorta interpretazione del testo latino e l’interesse per la ricerca storica suggeriscono la traduzione che ho esposto sopra.
Che cosa succedeva? La Sprugola era stata imbrigliata perché lì si doveva costruire e mentre il palazzo veniva tirato su, i muratori vedevano sul lato opposto un ramo della Sprugola, quello che venne chiamato Sprugolotto Pavarini e poi Cozzani dal nome delle ditte edili che lì lavoravano, che ribolliva con forza. Poi, su quell’angolo, all’incrocio delle via Raffaele De Nobili e Colombo, si fece un palazzo che a metà anni Settanta dovette essere evacuato in tutta fretta e poi abbattuto perché minato nelle fondamenta dalla sorgiva che era ancora ben viva. Ci si fece poi una struttura leggera che servisse da ricovero per i banchi del mercato, ma neppure questa resse.
Le due iscrizioni non sono lesene, decorazioni, bensì strutture portanti: non della costruzione ma della nostra cultura che a volte, secondo me troppo spesso, dimentica il suo passato con le conseguenze che vediamo.