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Sprugoleria

Sprugoleria

Le cabine d’ascolto per conoscere le "fantele"

di BERT BAGARRE

Rain and tears

Oggi la musica più che sentirla, la scarichiamo e se poi l’acquisti ti ritrovi in mano un dischetto che occupa meno spazio di una scatola di fiammiferi, che anche questi sono spariti dalla circolazione: la cucina è da tempo attrezzata all’accensione e alle sigarette pensano gli accendini usa e getta: chi li ricorda i mitici Zippo controvento caricati con la fialetta di alcol o il Ronson che era quasi uno status symbol?

Ma dicevamo della musica. Se ormai è digitalizzata, negli ultimi tempi sono riproposti i vecchi microsolchi. Solo è cambiato il nome e i 33 giri che era impresa comprare perché costavano 3500 lire, oggi sono i vinili. Noi, per le difficoltà di cui sopra, ci orientavamo sul 45 giri: un disco di 18 centimetri di diametro con un buco in mezzo, mini buccellato che se per caso perdevi il cilindretto da inserire nella cavità, la musica te la potevi solo cantare.
Oggi vanno di moda le compilation ma il 45 ospitava una sola canzone per facciata e spesso capitava che quella su cui si puntava per il successo nelle vendite, venisse soppiantata dalla facciata B che da accessorio diventava lato primario.
I 45 giri rivestivano una precisa funzione sociale perché favorivano l’approccio relazionale.

I negozi di musica (nel centro di Sprugolandia ce n’erano due, ne sopravvive uno), non appena nacque la musica per i giovani diventati consumatori, si attrezzarono rapidamente con apposite cabine dove muniti di cuffie si ascoltavano i 45 che poi, ma raramente, venivano acquistati. In quei loculi verticali, si invitava la fantela oggetto di punta per sentire l’ultima canzone che tanto veniva passata alla radio nelle trasmissioni per teenagers.
Il disco funzionava come le storie di Lancialotto per Paolo e Francesca, moderno Galeotto che però, diversamente che per gli infelici amanti di Gradara, difficilmente portava alla tanto sperata conclusione. Però, l’importante era esserci stato chiuso nella cabina con la spaviccia per quei minuti sempre troppo pochi anche se il negoziante con gli occhi ci faceva segno attraverso il vetro di sbrigarci che altre coppie di clienti erano ansiose di mettere le cuffie. Non fu caratteristica di Sprugolandia l’audizione privata in cuffia dentro la cabina; questo di oggi è solo un tuffo nella memoria per una puntata vintage. Se il Marcello il balzo all’indietro lo fece per l’odore dei biscotti, a me lo suggeriscono le note di “Rain and Tears” del Figio de Venee. La chiedevo sempre perché, riuscendo a tradurla facilmente, speravo di fare colpo. Ma, diversamente da come cantavano Demis e Vangelis, per me erano lacrime anche con il sole!