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Una storia spezzina

Una storia spezzina

La battaglia del solstizio e la fine del tunnel

di Alberto Scaramuccia

Una casa dilaniata dalle esplosioni sul Piave

Ho già detto qualche puntata fa che ancora a questa data oggi, cento anni fa era incerto a quale blocco sarebbe toccata la vittoria nell’immane conflitto che fu la Prima Guerra Mondiale.
A risolvere la situazione concorsero gli esiti di due battaglie: quella di luglio sulla Marna nel fronte francese, e quella che a giugno vide l’esercito italiano contrastare efficacemente il tentativo austro-ungarico di sfondare la linea di resistenza che dal Grappa andava al Piave. Per gli Austriaci era l’Operazione Radetzky; noi la conosciamo come la battaglia del solstizio come D’Annunzio la battezzò: cominciata il 15 di quel mese, conobbe il culmine quando mutò la stagione. Ma cambiò anche il corso della storia perché le truppe nemiche che volevano sfondare, furono ricacciate indietro. Da lì ebbe inizio il nuovo andamento della guerra che avrebbe portato a Vittorio Veneto.
La notizia del successo fece tornare il sorriso: non era ancora la fine, ma in fondo al tunnel si vedeva un bagliore sempre più forte anche se s’intensificavano gli inviti a non cedere all’ottimismo, ma a mantenere alta l’attenzione.
Fu così anche alla Spezia, come dovunque.
La stampa locale dà ampio risalto alle parole che uno sconosciuto fante dice al Presidente del Consiglio Orlando in visita al fronte: “Non passeranno!”. Diventerà la parola d’ordine.
Gli Spezzini sanno della vittoria, ma poco o nulla sulla battaglia: lo impedivano la censura e il fatto che della guerra si era informati solo dalla grande stampa nazionale. Così sui giornali locali leggiamo abbondante retorica, ma nessun numero che dica quanto è costato il successo.
È lo stile del momento. L’entusiasmo prevale su tutto: erano stati sull’orlo del precipizio, avevano visto il baratro davanti ai piedi ed ora, lentamente ma senza interruzioni ci s’incamminava verso la tanto desiderata sicurezza. L’esaltazione è al massimo: dopo l’oscuro momento di Caporetto, ora si assiste ad un “fortissimo risveglio” che però non deve tradursi in euforia, ammoniscono i giornali. Il nemico è ancora pericoloso: non bisogna abbassare la guardia, ma mantenersi vigili e pronti.
La bella nuova arriva alla Spezia domenica 23. In piazza d’armi si stanno svolgendo delle gare sportive che subito s’interrompono per la gioia. Ginnasti e spettatori, soldati e studenti, subito danno vita ad un corteo che si dirige verso la statua di Garibaldi dove il Regio Commissario Vergara che guida il Comune improvvisa un discorso traboccante di amor patrio e spedisce due telegrammi al Re e a Diaz.
Tutti capiscono che la fine è vicina e la gioia è naturalmente incontenibile.