- Quante volte nei momenti difficili ci astraiamo dalla realtà e, anche se siamo più o meno consapevoli della loro fallacità, ci abbandoniamo ai sogni ad occhi aperti!
Succedeva così anche nella nostra landa della Sprugola proprio cento anni fa.
La situazione era quanto mai dura di per sé ma era resa ancora più insicura dai contrasti sociali che era inevitabile conseguenza che si scatenassero: mancava il lavoro, i salari non ce la facevano a seguire la curva dei prezzi, l’insicurezza regnava sovrana. È sufficiente pensare che proprio in questo periodo, nella primavera del 1920, sono impegnati in uno sciopero lunghissimo i lavoratori dell’Arsenale, stabilimento che costituiva il polmone pulsante dell’economia sprugolotta.
Ebbene, “Il Tirreno”, quotidiano dell’epoca, nella copia di sabato 24 aprile scrive che “ora si vive precariamente quasi che l’indomani non ci appartenesse più”: parole tremende che meglio di ogni altra frase ci mostrano quanto fosse instabile allora la vita.
Tuttavia, anche se il contesto è di questo tenore, ecco che ti arriva la notizia bomba: è tutto pronto sia per l’ampliamento del porto che era ormai diventato il grosso asso nella manica per l’intera landa, che per una nuova linea ferroviaria destinata a collegare il centro del Golfo con Sarzana grazie ad un nuovo itinerario che transita per Lerici.
Sfruttando il percorso esistente che va dal porticciolo fino a San Bartolomeo, si progetta una linea a trazione elettrica che devii verso la vallata degli Scoglietti, prosegua poi da lì in direzione San Terenzio (aloa i lo ciamavo cossì) e Lerici. Dal borgo marinaro la nuova ferrovia va quindi avanti fino a raggiungere il ponte ferroviario sul Magra: giunto a quel punto si innesta con i binari che già esistono e che portano a Sarzana.
C’è tanto entusiasmo nelle parole che descrivono il progetto. Innanzitutto, si tratta di una tratta veloce di tre sole fermate munita di carrozze confortevoli ed eleganti che si assicura essere già state ordinate, ma anche il trasporto delle merci è assicurato con vagoni all’ultimo grido.
Lo scopo primario è, comunque, quello di giovare al turismo attirando nel giro di Lerici un numero maggiore di ospiti. La clientela foresta, infatti, aveva sempre lamentato l’inadeguatezza dei collegamenti che dal centro del Golfo portavano alla costa orientale.
Vista con gli occhi di oggi la cosa sembra essere stata solo un gran bel sogno ad occhi aperti, ma per noi è l’occasione per chiederci quanto la fantasia risulti utile per dare vita ad un mondo virtuale che, almeno nell’immaginazione, allievi le preoccupazioni correnti.
BERT BAGARRE