- Qualche puntata fa dicevo di quanti marinai si fermavano sotto la statua di Garibaldi per farsi ritrarre da qualche fotografo ambulante che li immortalava in un ricordo da mandare a casa. Erano fotografie poco più che minuscole: tanti rettangolini circondati da una grande cornice che presto si ingialliva, che ritraevano il marò nella sua bella uniforme e sullo sfondo la nave dove era imbarcato che si faceva largo fra le spume del mare.
Parlo di tempi distanti che sono durati finché non fu abolito qualche lustro fa il servizio militare di leva, ma quando c’era, una bella parte degli Sprugolotti ci campava con i solini blu.
Se spesso si pensa alla Marina solo in funzione del giro di affari (talora anche non proprio leciti), che lei alimentava in questa landa, non si ricorda sufficientemente anche l’altro indotto che generava: dalla ristorazione al facile divertimento, un’espressione che si declina dai cinematografi di second’ordine ma sempre affollati, alle donnine più o meno allegre e cose del genere.
Una fetta molto consistente del Pil sprugolino si basava sulle tante attività sussidiarie connesse alla presenza della Marina: dalla barberia alla lavanderia, ai tanti esercizi (bar, trattorie, pizzerie e via andare) che imbandivano mense quasi esclusivamente, se non solo, per i marò.
L’importanza di queste attività si notava soprattutto il giorno del giuramento, quando una classe chiamata alla leva entrava effettivamente nei ranghi delle Forze Armate. La maggior parte di queste reclute venivano da altre parti del Belpaese ed i loro familiari accorrevano per assistere al momento in cui il loro caro urlava Lo giuro! Era una festa per loro ma pure per l’intera città che si raccoglieva attorno a questi ospiti che in quel momento diventavano cittadini effettivi della terra della Sprugola. Penso a quando l’Amministrazione Comunale con una bella iniziativa riuscì a far sì che la cerimonia, invece che nel chiuso della Caserma Duca degli Abruzzi, si tenessein piazza Europa. E là in ognuna di quelle occasioni c’era un bel contorno di folla entusiasta dove i nativi si mescolavano ai foresti sì che quella festa era celebrata da tutti, compresi quelli che manco conoscevano i festeggiati.
Quanti, genitori morose parenti amici, calavano a Sprugolandia! In quel giorno non trovavi una camera d’albergo libera, ogni stanza essendo stata fissata con largo anticipo ché nessuno voleva rischiare di sentirsi escluso. Gli albergatori (serve dirlo?) facevano affari d’oro che svanirono quando la leva fu abolita.
Meno male con la riscoperta delle Cinque Terre oggi arrivano i cinesi!
BERT BAGARRE