- Leggo con sgomento e tristezza quanto riportato dagli organi di informazione relativamente all'ultima seduta del Consiglio Comunale della Spezia in merito alla proposta di conferire la Cittadinanza Onoraria alla Senatrice a vita Liliana Segre (leggi qui, Ndr).
Se è lecito attendersi sempre e comunque un comportamento improntato alla massima serietà morale, all'onestà intellettuale e al senso di responsabilità e della misura, risulta del tutto evidente come queste doti debbano necessariamente improntare ogni atteggiamento di chi esercita un mandato elettivo conferito dai cittadini, a cui pertanto si deve rendere costantemente conto.
Sulla vicenda che ha reso necessario assegnare alla Senatrice una scorta in seguito alle ignobili minacce ricevute, era puntualmente e magnificamente intervenuto a livello locale il Sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini con parole bellissime, inequivoche e perciò inequivocabili, di solidarietà e di affettuosa vicinanza che ribadivano ancora una volta la profondità di un legame che affonda nell'immediato secondo dopoguerra e che è valso, alla nostra Città la Medaglia d'oro al Merito Civile, grazie alla straordinaria generosità della nostra Gente che, in quegli infausti giorni segnati dai lutti,dalle rovine e dalla miseria, seppe letteralmente togliersi il pane dalla bocca per condividerlo con chi ne aveva ancora più bisogno, aiutando concretamente un Popolo scampato all'orrore della Shoah a mettersi in salvo e a traguardare il sogno di uno Stato in cui poter finalmente vivere in pace, senza più essere discriminato e perseguitato.
Se l'altra sera, riprendendo quelle parole, qualcuno avesse voluto fare ancora di più, fino ad arrivare alla lodevolissima iniziativa di proporre il conferimento della Cittadinanza onoraria alla Senatrice, avrebbe tuttavia dovuto avere la premura di trattare la questione con la massima cura, verificando preliminarmente che su di essa si potesse registrare l'unanime e dovuto consenso,sia in termini sostanziali che formali, per evitare che su una vicenda di così grande valenza, su di un Nome di così alto profilo e significato quale quello della Senatrice, si potesse arrivare non solo a delle distinzioni quanto addirittura a delle divisioni.
Chiedo pertanto a tutto il Consiglio, come semplice Cittadino di questa Comunità, di trovare modo e maniera per rimediare al più presto, cercando di recuperare quell'indispensabile clima di serenità e di autentico rispetto tra maggioranza ed opposizioni che, pur nell'asprezza del confronto politico e dello scambio dialettico, consenta all'Aula di procedere comunque unitariamente su questa come su altre importantissime tematiche che, per il loro profilo, esigono la più ampia convergenza in nome dell'interesse comune, dettato dai bisogni della Comunità, nel rispetto della nostra Storia e degli Ideali che ad essa si richiamano.
PROFESSOR PAOLO GALANTINI