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Una storia spezzina

Una storia spezzina

Festa grande per le imprese di Buccari e Premuda

di Alberto Scaramuccia

Mas, Motoscafo armato silurante

Cento anni fa si avviava a conclusione la prima guerra mondiale, il rovinoso scontro che si combatté quasi in ogni parte del mondo, per terra e per mare. Fu un conflitto che spesso si svolse in forme diverse dalle tradizionali. Infatti, almeno dalle nostre parti, gli eserciti preferirono fronteggiarsi senza sferrare attacchi, ma cercando di logorare il nemico.
Anche sulle onde si scelse questa strategia, imposta dalla morfologia della costa: il nostro litorale adriatico, infatti, è lineare mentre quello opposto è pieno di rifugi naturali che sconsigliavano l’attacco frontale.
Così, specie nell’ultimo anno di guerra, si privilegiarono le incursioni con i MAS, veloci motoscafi che penetravano non visti nei porti nemici dove infersero duri colpi alla flotta austro-ungarica. In questo modo nascono le due azioni più famose, la beffa di Buccari e l’impresa di Premuda: il primo è un porto sotto Fiume, l’altra è un’isoletta collocata più in basso, all’altezza di Ravenna.
A Buccari l’azione si svolse ai primi di febbraio. Guidava l’azione Luigi Rizzo che con Costanzo Ciano aveva come compagno d’avventura Gabriele D’Annunzio, partito come marinaio volontario. Nell’occasione l’intellettuale interpretò in modo diverso l’acronimo dei Motoscafi Armati Siluranti spiegandolo con una frase latina: Memento Audére Semper, ricorda di osare sempre.
Il gesto di Premuda fu attuato qualche mese dopo, il 10 giugno, e nell’azione venne colto il bersaglio più grosso perché venne colpita la grande corazzata austriaca Santo Stefano che colò a picco fra le fiamme.
In entrambe le occasioni, fra i membri degli equipaggi dei MAS che parteciparono all’azione bellica, figuravano dei militari che erano nati lungo le sponde del Golfo.
A Buccari ci sono ben quattro figli della Sprugola: il capitano di corvetta Matteo Spano, il fuochista Saverio Badiali, il timoniere Attilio Montanari e il torpediniere Oniglio Calzolari che era di Pitelli. A Premuda siamo rappresentati (più che bene) da due militari che provengono dalla costa orientale: il sottotenente Emilio Manfredi di Lerici (diventerà Ammiraglio di Squadra) ed il torpediniere Eraldo Bertucci, pure lui pitellese.
Per ragioni di sicurezza, il buon esito delle due azioni in città è conosciuto dopo qualche tempo, ma, non appena lo si sa, è festa grossa. Non par vero avere fra i propri concittadini degli eroi, la loro gloria si riflette sui centri del golfo che è orgoglioso dei suoi figli. Così, appena possibile, a Pitelli fanno le luminarie per i due eroi locali e i lericini conferiscono una medaglia d’oro a Manfredi domenica 22 settembre.