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Sprugoleria

Sprugoleria

Da volto elegante a tunnel della vergogna

di Bert Bagarre

Il cancello che chiude il "tunnel della vergogna"

Quando Sprugolandia non era ancora quella che è ora, il centro della movida era un’area adesso quasi misconosciuta. Zona di traffici, affari, commerci ma anche di amori illeciti e di attività proibite, si trovava al centro della via del sassòne, un po’ spostata verso l’interno. La chiamavano Loggia dei Banchi, un nome che resta per una piazzetta che anchè mi pare poco frequentata alla luce del sole ma credo più affollata quando sorgono luna e stelle.
Comunque, allora era uno slargo pieno di vita e di movimento dove erano anche edifici eleganti e ben tenuti. Fra le costruzioni spiccava una galleria dalla copertura a botte, arricchita sui lati da graziose mensole e con cornici di pietra arenaria lavorata. Era intitolata ai Cambiaso, famiglia di spicco del tempo. Più che galleria la chiamavano volta o, al maschile, volto proprio per ricordare il suo soffitto a tutto tondo. Un tunnel, dunque, ma di accurata fattura che serviva come scorciatoia per andare direttamente dalla via Unione nella via di San Carlo senza dover girare per la via del sassòne: sul percorso si risparmiava poco, ma, si sa, tutto fa.
Oggi là il panorama è completamente diverso, tutto è cambiato. Intanto, la via una volta intitolata alla chiesa che da tempo non c’è più, si chiama Sapri e la galleria che serviva a scorsàe a strada è stata chiusa da due possenti cancelli che ne impediscono il passo. Quella che era un percorso elegante, adesso è diventato un budello del tutto disadorno e lurido di cui immagino solo i topi siano gli habitué nottetempo. È proprio andata irreparabilmente persa l’antica bellezza che un’immagine in bianco e nero cerca vanamente di tramandarci. Il simbolo di questo depauperamento è il soffitto di cui hanno convertito la raffinata rotondità in un’anonima e desolata piattezza.
Non mi si chieda quando è arrivata l’involuzione, non saprei rispondere. Posso solo dire che forse cento anni fa era ancora al suo splendore. La stampa dell’epoca, infatti, ci dice che girava per la landa l’idea di cambiare l’intitolazione alla via Unione per dedicarla a Gioacchino Rossini. La proposta veniva dai soci dell’Associazione Corale intitolata al grande Maestro del Barbiere di Siviglia con la motivavano che anche le opere dei grandi compositori avevano contribuito all’Unità. Dalla lettera che inviano all’Autorità cittadina di fatto sostengono che cambiando il nome non si modifica lo spirito risorgimentale che contraddistingueva la strada.
La proposta restò però insoddisfatta ed è un peccato perché di Rossini, oltre alle opere, non va dimenticata l’abilità nel cucinare i maccheroni.

BERT BAGARRE