- La sera del 7 Ottobre ho assistito alla seduta del Consiglio Comunale di Porto Venere.
Tra gli argomenti all’ordine del giorno c’era anche quello relativo alla targa, rimossa dall’attuale Giunta dall’interno della sala dove dal 2012 era stata affissa dall’Amministrazione di allora. Lo scopo era quello di ricordare l’attività politica e sociale svolta per decenni dal PCI e di sottolineare il valore che ebbe l’intitolazione della stessa sede al portovenerese Giacomo Bastreri, martire per la libertà.
Personalmente, ben consapevole delle difficoltà che avremmo avuto per ottenere la disponibilità dell’Amministrazione Comunale a ricollocare la targa, speravo in un colpo d’ala del primo cittadino. Auspicavo, ossia, un suo determinante contributo per una soluzione di compromesso, mettendo in gioco l’autorevolezza istituzionale e la mediazione politica. Il Sindaco, per sua scelta Presidente del Consiglio Comunale, c’è apposta per ascoltare e considerare anche chi non è sulla sua lunghezza d’onda, preparando gli stessi Consiglieri di maggioranza e liberandoli per una discussione interessante e proficua. Questo era il modo per dimostrare rispetto verso la Comunità portovenerese, nelle sue legittime differenze democratiche, per non abbandonare il valore della Politica partecipata e per lasciare viva la memoria storica.
Non sarebbe stato un male per nessuno se invece della targa con il simbolo del PCI si fosse consentita e condivisa l’affissione di questo pannello descrittivo, soluzione, del resto, già indicata nell’ordine del giorno presentato dagli appassionati e capaci Consiglieri di opposizione: “già sede della Sezione del PCI di Porto Venere, intitolata a Giacomo Bastreri, martire per la libertà nel 1921 e concittadino appartenente a tutta la Comunità antifascista di ieri e di oggi”.
Giuseppe Basso, ex amministratore comunale