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"Perché nessun ‘Je suis San Pietroburgo’ per i morti russi?"

L'ambasciata italiana a Mosca

“Ho atteso alcuni giorni dall’attentato di San Pietroburgo augurandomi che non ci sarebbe stato bisogno di un nostro modesto intervento, ma purtroppo devo constatare che la solidarietà, persino rituale, non è per tutti. Dopo la strage di San Pietroburgo, devo con molta amarezza constatare che ci sono vittime di serie A e di serie B. Dopo i vari “Je suis Charlie”, “Siamo tutti Londinesi”, pianti per Bruxelles e Germania, mi sarei aspettato un minimo di rispetto anche per i morti di San Pietroburgo. Purtroppo devo prendere atto che questa volta la stessa sensibilità non cè, anzi, noto l’ennesima criminalizzazione della politica di Putin per sminuire la portata della strage.
Visto allora questo doppio valore delle vittime, mi permetto, da modestissimo responsabile dell’Associazione Culturale Liguria Russia di La Spezia, di esprimere la nostra di solidarietà e tutta quella dei molteplici simpatizzanti ed amici della Russia che alla Spezia ci sono, per le vittime di San Pietroburgo, non perché fossimo lontano dalle altre vittime del terrorismo, ma semplicemente per esprimere quella solidarietà minima che nessun altro, forse anche questa volta su ordine degli Stati Uniti, vuole dare a questi innocenti”.

Angelo Sinisi
Co-Vice Presidente Associazione Culturale Liguria Russia