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"Fisioterapia non si tocca, non possiamo perdere un corso così professionalizzante"

fisioterapia

Sono di parte, lo so, e proprio per questo mi sento fortemente coinvolta. Sono di parte perché ho potuto beneficiare della professionalità di molti “ex studenti” diventati serissimi operatori della sanità spezzina e non solo. Sono di parte perché conosco molte persone che hanno trovato un futuro professionale frequentando la “Scuola per Fisioterapisti” della Spezia.

Quasi in sordina, la scuola (da alcuni anni trasformata in corso di laurea) opera sul nostro territorio dal lontano 1978. Un giorno mia sorella decise di intraprendere questo corso di studi e la vecchia scuola del Favaro (dove allora si svolgevano le lezioni) entrò a far parte anche della mia vita. Ho fatto la “cavia” per mia sorella che si esercitava su di me per la mobilizzazione dei pazienti allettati. Ho ascoltato con curiosità i suoi racconti, confrontando la sua vita universitaria con la mia di studente fuori sede a Pisa. Mi parlava della sua classe in cui, dato il numero chiuso per l’accesso al corso, l’atmosfera era assimilabile a quella delle superiori. Il rapporto con il corpo docente era invidiabile, soprattutto se paragonato alla mia storia universitaria dove 150/200 persone seguivano le lezioni seduti, anche, sui gradini dell’aula.

Moltissimi fisioterapisti che oggi operano nel nostro territorio sono usciti da quelle “vecchie mura” messe a disposizione dal Comune. Non possiamo accettare silenziosamente che la nostra città sia il fanalino di coda della Liguria a cui vengono preferite altre sedi distaccate, quali Chiavari e Pietra Ligure. Tanto meno possiamo accettare di perdere un pezzo di istruzione altamente professionalizzante, costringendo, ancora una volta, molti studenti ad un forzato fuori sede o, peggio, facendo rinunciare altri ad un futuro lavorativo per ovvi motivi economico/logistici.

Spero che vi unirete a me per impedire che tutto ciò accada.
Grazie

Elisabetta Faraguti