- "Egregi signori della redazione,
la partita che gli “Aquilotti” sosterranno fra un po’ di ore contro le “zebrette” dell’Udinese” mi stimola alcune riflessioni. Dallo stadio Dacia Arena di Udine si scorgono lontano verso est le montagne della Slovenia e in particolare il “lavadòr”, come lo chiamavano i soldati della Grande Guerra, cioè il Monte Nero, oggi completamente innevato anche se siamo in settembre.
La montagna ha una forma strana. Sembra una tavola inclinata dove un tempo le donne lavavano la biancheria. Un giocatore della vostra squadra cittadina Alberto Picco, classe 1894, la conosceva bene. A causa dello scoppio della guerra nel 1915 dovette interrompere la sua brillante carriera di capitano degli “Aquilotti”, ma anche di consigliere e tesoriere (Bei tempi!) della squadra spezzina e diventare un intrepido tenente del regio esercito italiano.
Morirà da eroe a 21 anni lanciandosi all’attacco con la baionetta per la conquista della cima della montagna, un importante avamposto austriaco.
Sono tutte cose che voi sicuramente sapete, perché il ricordo di questo giovane non si è ancora spento né in Friuli e neppure a La Spezia tanto è vero che il vostro stadio si chiama “Alberto Picco”.
Se gli “Aquilotti” si ispireranno alla grinta del giovane Alberto, la squadra di Gotti potrebbe vacillare. Io, tifoso dell’Udinese, spero di no ma sarei lo stesso contento di vederle contendere alla pari. Dunque buona partita e in bocca al lupo alla squadra spezzina.
Vi saluto con simpatia"
Marcello Terranova