- Nonostante le nostre richieste e osservazioni circa il mega progetto di cementificazione che il Comune della Spezia intende realizzare a ridosso delle case di Pagliari (area ex casermette), nessuna risposta proviene dalla stessa amministrazione in merito alle grosse preoccupazioni che hanno i cittadini. Gli abitanti di Pagliari sono pertanto decisi a combattere questa che sta diventando una vera e propria lotta per sopravvivenza e decoro. Pagliari, a sua difesa, ha riunito e trovato aiuto nelle associazioni Legambiente, Italia Nostra,WWF, LIPU, Comitato quartieri del Levante, VAS, nonché in esperti ambientali e anche politici appartenenti, al momento, al Partito Democratico, mentre rimane in attesa del pronunciamento degli altri gruppi politici che siedono in Consiglio Comunale ai quali, illustrata e documentata loro la situazione, è stato chiesto di pronunciarsi. Ovviamente ciascuno avrà le proprie responsabilità di scelta, a noi, popolo di Pagliari, spetterà quella del conseguente giudizio.
Quello che forse sta sfuggendo al Comune della Spezia è la valutazione del danno ambientale, territoriale e sociale irreparabile che tale progetto provocherà, sia sul piano economico (si svaluteranno case come succede per Fossamastra e Canaletto con l'avanzamento portuale indiscriminato), e probabilmente anche sanitario su un territorio, il nostro di Pagliari, a cui viene tolta l'identità e la storicità e l'autenticità di borgo precollinare.
Un progetto di decine di migliaia di metri cubi di cemento, centinaia di migliaia di tonnellate di peso, su un territorio e terreno pieni di criticità, anche alluvionale come dimostrano le esondazioni che hanno più volte costretto gli abitanti di Pagliari a fronteggiare, da soli, queste emergenze, spalando acqua e fango dalle strade, dalle colture e dalle loro abitazioni. Un progetto comunale che annienta centinaia di metri quadrati di bosco, distrugge decine e decine di alberi pregiati, non più rimpiazzati, e provocherà l'allontanamento della fauna autoctona quale tasso, scoiattolo, poiane, picchi e molte altre specie che trovavano nidificazioni e la vita in quel bosco, che si vuol distruggere. Un bosco che filtra polveri sottili e veleni industriali , che è la protezione più naturale per un inquinamento che altrimenti colpirebbe il quartiere di Pagliari, un bosco che cattura una gran quantità di anidride carbonica e ci rende migliaia di metri cubi di ossigeno, quello buono che si spande per tutta la città. Ma c'è qualcuno che vuole ucciderlo. Decine di alberi vivi, reali, a pieno titolo dei beni giuridici pubblici, cui va accordata una tutela particolare per la loro funzione che svolgono nell'ambito della comunità con cui convivono. E poi muri di cemento altissimi che chiuderebbero Pagliari come in un carcere. Un progetto ben diverso dalle promesse di una riqualificazione delle periferie, dei quartieri del Levante e di Pagliari, come anche questa amministrazione aveva annunciato.
Per l'Associazione Abitanti Pagliari
Sergio Tognetti