LA REDAZIONE
Scrivici
PUBBLICITÀ
Richiedi contatto
La lettera

"Buttare la rumenta di casa nei cestini piccoli, quello è vero degrado"

Ci scrive un abitante del Quartiere Umbertino. "Basta parlarne come di un ghetto. Non è chi mangia alla Caritas il problema".

Piazza Brin

“Gentile redazione, sono stufo di vedere articoli sui giornali sul degrado del Quartiere Umbertino. Non siamo un’oasi ma nemmeno quel ghetto di insicurezza e degrado che si vuol far passare. Tanto è stato fatto e ancora rimane da fare, ma questo vale per tutta la città. Invito però tutti a venire in Piazza Brin a passare un po’ di tempo. Se l’insicurezza che percepite è dovuta ai quattro poveraccii che sono costretti a mangiare alla Caritas…
Il decoro? E’ falso che manchino i cestini, in piazza ce ne sono undici. Quali altre piazze o dove nei Giardini Pubblici ce ne sono altrettanti? Nelle vie limitrofe, ogni cinquanta metri c’è un cestino e in alcuni punti sono anche più frequenti. Mai nel quartiere ci siamo trovati a portare il sacchetto a spasso per non avere trovato un cestino. Le campane del vetro non mancano e quelle che non ci sono è perché è stato richiesto da noi stessi residenti di levarle, visto che diventavano centri di raccolta sacchetti di ogni tipo. Ci sono però questi cultori della fotografia che girano il quartiere scattando, mostrando sacchetti fuori dai cestini o sacchetti abbandonati. Ricordo che i cestini non servono per raccogliere i sacchetti di rumenta e che gli abbandoni sono il segno dell’inciviltà di alcuni concittadini.

Da abitante e nativo della Ciassa, senza titoli, ringrazio chi si adopera nel tenerla pulita e in primis quelli che tutte le mattine, in ogni situazione climatica, puliscono il nostro quartiere. Parlo dei ragazzi della Maris: Sara, Cesare, Simona, Alessandro e tutti gli altri che ogni giorno incontro nel mio girovagare nel quartiere. Ringrazio i loro responsabili Cristian Pepe e Graziano, sempre disponibili per le loro competenze, all’ascolto e all’intervento. Mai una volta ho riscontrato in loro menefreghismo alle richieste, anzi quando non compete a loro mi indirizzano sempre ai preposti. I ragazzi del turno di notte che mi capita d’incontrare, che sotto la pioggia, al freddo e al caldo, svuotano i nostri mastelli. E se qualche volta troviamo il mastello girato o poco distante dal punto lasciato, facciamo due passi e portiamolo a casa senza mugugnare.
Ringraziare chi pensa al decoro della città è essere ruffiani? Sono molto ma molto contento di essere ruffiano. Se poi gli incivili hanno gli abbandoni come passatempo, di chi è la colpa? Della Maris e dell’amministrazione? Denigrare è sempre più facile di comprendere”.
Andrea Canini,
nativo del quartiere