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"Auto elettriche nell’area Enel? Termini Imerese ci insegni il realismo"

di Emanuele Corbani

Emanuele Corbani

“Da ingegnere meccanico veicolista ed ex Consigliere Provinciale, esprimo il mio parere sull’ennesima riproposizione da parte di Forcieri dell’ idea “costruiamo auto elettriche nell’area ENEL, quando sarà dismessa la Centrale”, sostenuta citando nientemeno che i ‘vertici’ di Volkswagen e BMW (leggi QUI e QUI).
Quando – come nel mio caso – ci si occupa per mestiere di innovazione industriale, è buona regola prima di proporre idee analizzare cosa hanno già fatto gli altri, sia che gli sia andata bene sia – ancora più istruttivo – che gli sia andata male o così così.

Nel caso dell’area ENEL di Spezia, il raffronto a mio parere più illuminante è quello con lo stabilimento FIAT di Termini Imerese: storica area industriale sul mare con paesi turstici a 2km – noi abbiamo Lerici, loro Cefalù – quindi con annesso dibattito industria vs. turismo già ampiamente sviluppato.
A Termini Imerese la FIAT produceva dal 1970 le 500, le 126, le Panda e le Punto, auto di grande richiesta e non di nicchia quindi, ma nonostante ciò lo stabilimento diventò un giorno ‘non strategico’ nell’ambito del Gruppo, fino alla chiusura il 31/12/2011. La nostra Centrale, 50 anni fa tra le più grandi d’Europa, oggi è non più strategica e in predicato di dismissione. Anche a Termini Imerese si è fatto il curioso ragionamento “cara FIAT, tu sei stata qui per decenni, perchè non impianti qui qualcos’altro? Che ti indico io beninteso e che sia green e sostenibile mi raccomando!”. Come se un Consiglio d’Amministrazione che decide per l’abbandono di un sito non abbia avuto prima abbondanti indicazioni dal management sul fatto che non conviene impiantarci nient’altro della medesima azienda, green o meno. Infatti a Termini Imerese è arrivata un’altra azienda, e comunque con molta, molta fatica. Sì, perchè prima ci sono sono stati 5 anni di stallo con svariati ‘tavoli’ al Ministero fino alla decisione di produrre…..proprio veicoli elettrici!. Si producono, è vero, ma negli stessi capannoni dove la FIAT costruiva veicoli di grandssima serie con 3.400 dipendenti diretti + indotto, oggi la BLUTEC (la conoscete?) ha un piano per riassorbire circa 350 ex-FIAT entro Dicembre 2017 (QUI). Per gli altri, la triste storia delle Casse Integrazione continuamente prorogate, storia che la nostra città ha ahimè conosciuto bene quando 25 anni fa si ragionava di futuro industriale con idee poco chiare.
Ora, se in un distretto che produceva auto dal 1970 questo è stato l’esito del riprovarci con le auto elettriche nel 2017, c’è da domandarsi che probabilità c’è di fare con successo auto auto elettriche partendo da zero in un distretto come Spezia che da 150 anni sa fare tutt’altro ovvero meccanica pesante, energia e navi.
Ma la ciliegina sulla torta è un’altra. A Termini Imerese, a fianco allo stabilimento ex FIAT c’è una centrale dell’ENEL da 1.340 MW estesa su 28 Ettari sul mare, anch’essa destinata a parziale dismissione. Allora, caro Forcieri, se ENEL mai deciderà di produrre auto elettriche e se mai penserà di farlo in aree di centrale dismesse possedendo ogni ben di Dio di spazio in Italia e all’estero, pensi che lo farà a Spezia o a Termini Imerese dove ha già una fabbrica ex FIAT che produce veicoli elettrici dall’altra parte della strada?? Questo per non menzionare le incentivazioni economiche da sempre previste per il Sud, la disponibilità di personale già formato e così via (QUI).
Ora, o dai banchi dell’opposizione si può sostenere a qualche titolo di avere una ‘vision’ sul mercato automotive più lungimirante di quella di Marchionne, oppure, se si vuole discutere concretamente di futuro industriale di un Capoluogo, qualche riflessione tecnica e un po’ di umiltà in più non guasterebbero”.

Ing. Emanuele Corbani