LA REDAZIONE
Scrivici
PUBBLICITÀ
Richiedi contatto

Profumo di Menta

Regimi Arabi, tremate?

Deserto

Soffia vento di tempesta sui regimi arabi. E tremano i grandi dittatori che da decenni sono alla guida dei paesi di Nord Africa e Medio Oriente.
La precipitosa fuga di Ben Ali sembra aver risvegliato le popolazioni soffocate dalla poverta’ ma ancor piu’ dalla mancanza di democrazia, di liberta’.
In un mese i tunisini sono riusciti a far crollare, come un castello di carte, un regime costruito ad arte da 23 anni. E adesso sembra toccare all’Egitto. Forse non sara’ rivoluzione, ma certo qualcosa sta cambiando nella sponda sud.
Come non succedeva dalla rivolta del pane del 1977, migliaia di persone sono scese in strada al Cairo, ad Alessandria, a Suez. Un po’ in tutto il paese. ‘’Moubarak vattene!’’, grida la folla, composta in gran parte da giovani, ma di ora in ora sempre piu’ dall’intera popolazione.
E c’e’ gia’ un’ immagine simbolo di questa nuova rivoluzione: come a Tiananmen, un giovane ha allargato le braccia davanti ad un blindato armato di cannoni ad acqua. E l’ha fermato.
La polizia sta tentando in un tutti i modi di reprimere la protesta. Almeno sette persone, tra cui due agenti, sono morte nei violenti scontri scoppiati anche nel centro della capitale. Sono decine i feriti. Mentre in due giorni sono stati effettuati un migliaio di arresti. C’e’ gia’ chi, come Mohamed El Baradei, si dice pronto a prendere le redini di un potere di transizione. Se il popolo lo vorra’. Ma Moubarak, 82 anni di cui 29 al potere, forse non e’ Ben Ali. Di certo, molto diverso e’ il peso dell’Egitto, sul mondo arabo e il ruolo cruciale che gioca in Medio Oriente.. Poi ci sono i Fratelli Musulmani che fanno temere all’occidente una possibile deriva islamista. Stati Uniti e Europa appaiono confusi e si barcamenano tra il tradizionale appoggio al fedele alleato ed un sostegno alla ‘volonta’ del popolo’.
Dopo le proteste apparentemente sedate in un’ Algeria sempre piu’ timorosa di un possibile contagio tunisino, l’effetto domino arriva nello Yemen.
La gente e’ scesa in strada anche a Saan’a. Ancora una volta si chiede la fine di un regime. Ancora una volta si reclama la fine di un leader, Ali Abdullah Saleh, alla guida del paese ormai da 32 anni.
Un presidente che, almeno fino ad oggi, si dice fosse pronto a passare il testimone al figlio Ahmad. Come del resto Moubarak al figlio Gamel.