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Il Var del Giro è pontremolese come il capo dei giudici in moto

Crocetti e Fabbri, due lunigianesi seguono le sorti della gara in rosa.

Gianluca Crocetti

C’è tutta la capacità di analisi del pontremolese Gianluca Crocetti dietro il primo storico utilizzo del Var al Giro d’Italia. E’ infatti lunigianese il giudice che ieri pomeriggio ha dovuto valutare l’azione dell’irlandese Sam Bennet, autore di uno spostamento evidente durante la volta che ha deciso la terza tappa della corsa rosa. Un movimento che non ha evitato la vittoria del veronese Elia Viviani, già medaglia d’oro a Rio, della Quickstep e anzi gli ha fatto perdere il secondo posto andato a Sacha Modolo.

Rivisto al video da Crocetti, giudice internazionale da parecchi anni che ha tenuto a battesimo il Var alla scorsa Milano-Sanremo, l’episodio non è stato ritenuto tale da giustificare una sanzione per Bennet, che di fatto è usciro danneggiato dal suo stesso tentativo di un’azione al limite (e oltre) del regolamento. Un Giro d’Italia, quello numero 101, che parla molto pontremolese: oltre a Crocetti, peraltro ex assessore allo sport, in un ruolo chiave c’è il concittadino Paolo Fabbri, coordinatore dei giudici in moto. Anche per lui un curriculum nel grande ciclismo, ha prestato servizio dalla Vuelta alla Milano-Sanremo, dal Giro ai mondiali.

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