Lunigiana - "E’ venuto il momento di agire e di superare inutili personalismi". Si torna a parlare di ponte di Albiano e, al di là delle ultime notizie pervenute da Roma, la Confindustria della Spezia torna a bussare alle porte dei decisori perché la vicenda era, è e rimane urgente, specialmente per le aziende che vi gravitano intorno e che utilizzano tutti i giorni quell'infrastruttura: "Nell’immediatezza del crollo del ponte di Albiano Magra, avevamo ritenuto opportuno farsi parte attiva nell’offrire un utile contributo finalizzato a ridurre i disagi della popolazione ed in modo particolare atto ad assistere le attività produttive site nella frazione e nei Comuni interessati dall’evento negativo".
Nell’aprile e nel maggio scorso, attraverso l’invio di tre missive, l’Associazione ha chiesto al Governo di attivare procedure analoghe a quelle adottate per la ricostruzione del ponte Morandi di Genova ed alle Regioni Toscana e Liguria l’attivazione immediata di iniziative speciali. "Apprendiamo con favore la notizia che il Ministro Paola De Micheli abbia espresso il proprio assenso alla costruzione delle rampe sull’autostrada A15 rimanendo comunque irrisolto il problema del collegamento dell’abitato di Albiano Magra con il comune di Aulla, la vallata del Magra e la città della Spezia". A quasi otto mesi dal crollo, Confindustria La Spezia si vede pertanto costretta a prendere atto "dell'assoluta mancanza di risposte concrete alle legittime richieste degli operatori economici coinvolti dall’evento, formulate per loro conto da questa Associazione nella propria veste di corpo intermedio della società".
Da qui il richiamo all’attenzione di coloro che ricoprono incarichi di responsabilità affinché "si prendano rapide decisioni in merito poiché l’immobilismo che ha contraddistinto questi mesi sta mettendo in serio pericolo la sopravvivenza di molte realtà economiche che operano su quel territorio oltre ad arrecare disagi continui alla collettività
L’urgenza è palese a tutti. E’ ora necessario porre in atto da subito le corrette azioni anche per non dover affrontare nel prossimo futuro una condizione di pericolo o, peggio, di emergenza".