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Luci della città

Cittadini attivi e beni comuni

di Giorgio Pagano

La Spezia, Festa della Marineria 2013, fotografia seconda classificata a Shoot@SP concorso fotografico dell'Associazione Aidea sull'Estate Spezzina e la Festa della Marineria 2013

Il tema dei beni comuni, e della necessità che anche i cittadini se ne prendano cura, è di grande attualità. Non solo perché i Comuni hanno pochi quattrini, ma anche perché conviene a tutti attivarsi: curare gli spazi urbani come beni comuni arricchisce tutta la comunità. Il problema è sempre stato quello delle regole per poter partecipare a quest’opera di cura. Ricordo, quando amministravo la città, che molti gruppi di cittadini, nei diversi quartieri, volevano collaborare con il Comune e dare una mano a mantenere un’area verde o a ridipingere una ringhiera o una panchina. Era una lotta continua organizzare il tutto: fornire i materiali, insegnare a potare bene i fiori e a usare bene il pennello, e così via. Con le forche caudine dei permessi e delle scartoffie sempre in agguato. Quante volte i dirigenti mi dicevano che i cittadini non potevano essere coinvolti nella cura dei beni comuni urbani perché mancavano disposizioni legislative o regolamentari!
Pochi sanno che da qualche anno (2001) è la Costituzione a sancire il principio che Stato, Regioni e Comuni sono addirittura tenuti a “favorire” i cittadini che si prendono cura dei beni comuni. Dire, come fa l’art. 118 ultimo comma, che i poteri pubblici “favoriscono le autonome iniziative dei cittadini per lo svolgimento di attività di interesse generale” significa riconoscere che questi cittadini attivi non sono utenti, assistiti, amministrati, ma soggetti protagonisti, che collaborano con l’amministrazione nel perseguimento dell’interesse generale. Sono insomma coloro che, insieme con l’amministrazione, fanno vivere “l’amministrazione condivisa”. Ora, dunque, il vuoto legislativo non c’è più. Non c’è più l’alibi per coloro che preferiscono che i cittadini continuino ad essere semplici amministrati. E non c’è più l’ostacolo che impediva, o rendeva molto difficile, ai cittadini di assumersi le responsabilità della cura della città. Sulla base di questo articolo della Costituzione finalmente un Comune, quello di Bologna, ha redatto un regolamento che traduce il principio in disposizioni di livello amministrativo. E’ una novità importante, che va conosciuta. Il regolamento -elaborato con Labsus, centro di ricerca online su cittadini attivi e beni comuni – è stato presentato nei giorni scorsi e ora è online su www.labsus.org, perché altri Comuni possano scaricarlo e adattarlo alle loro esigenze. Ma anche perché qualsiasi cittadino si voglia prendere cura dei beni comuni sappia come muoversi, per avere il sostegno dell’amministrazione.
Labsus e Comune sono partiti da tre quartieri di Bologna, Santo Stefano, Navile e San Donato, e hanno chiesto ai cittadini quale fosse secondo loro il primo problema a cui applicarsi. Una volta individuato, i cittadini sono stati accompagnati nella realizzazione del progetto, annotando quali fossero gli ostacoli trovati nei rapporti con l’amministrazione. Il regolamento è stato poi scritto da un team di giuristi ed esperti, ma è nato da queste esperienze “sul campo”. Scrivo questo articolo perché spero che qualche Comune della nostra provincia si cimenti con questa avventura, e tenda la mano ai cittadini attivi. C’è, in molte realtà della provincia, un terreno fertilissimo. Si pensi, solo per fare un esempio, a Spezia. E’ vero che la bella esperienza “Spezia ti voglio bene” non è stata purtroppo ripresa, ma molte altre iniziative di cittadinanza attiva sono in corso: dal “Buon Mercato”, che raccoglie le eccedenze alimentari, alla “Consulta delle religioni”, che cura il Giardino della Pace nel parco del 2 Giugno, dai cittadini di Fabiano e di Fossitermi che hanno avviato iniziative di pulizia dei loro quartieri all’attività del Laboratorio del quartiere Umberto I°, una fucina di percorsi partecipativi e di cittadinanza, come quello denominato “Io per il mio quartiere”, lanciato da poco con un bando pubblico, che raccoglie e seleziona le proposte dei cittadini che vogliono impegnarsi. Sono esperienze che vanno valorizzate e sostenute, perché la comunità ha un enorme bisogno di cittadini attivi, responsabili e solidali, capaci di piccoli e grandi gesti civici. Il tempo della delega è finito.

Post scriptum: le fotografie di oggi sono di Roberto Celi, che ha fondato con me e altri amici il Gruppo Fotografico Obiettivo Spezia e ne è il Presidente. La foto in alto si è classificata seconda a Shoot@SP concorso fotografico dell’associazione Aidea sull’Estate Spezzina e la Festa della Marineria 2013.