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Consiglio regionale

Zaki, la Lega si sfila: "No alla cittadinanza italiana"

Il capogruppo Mai: "Non abbiamo visto la stessa mobilitazione per i pescatori italiani rinchiusi nelle carceri libiche".

Nel tondo, Patrick Zaky. Sullo sfondo, l'esito della votazione in consiglio regionale

La Lega si sfila sull’iniziativa politica a sostegno della liberazione di Patrick Zaki, l’universitario bolognese di nazionalità egiziana detenuto da oltre un anno nelle carceri del Cairo. Pur condividendo l’afflato dell’ordine del giorno, il gruppo del Carroccio in consiglio regionale si è astenuto, ritenendo non necessario il conferimento della cittadinanza italiana al ragazzo nell’ambito delle proposte per rafforzare la battaglia per la sua liberazione. A favore del documento hanno invece votato tutte le altre forze politiche di maggioranza (Cambiamo, Forza Italia/Liguria Popolare e Fratelli d’Italia) e opposizione (Linea condivisa, Lista Sansa, Movimento Cinque stelle, Pd/Art.1), i cui sette capogruppo hanno apposto la firma sotto l’odg presentandolo congiuntamente. Nell’illustrare il testo, il capogruppo Pd Luca Garibaldi ha altresì fatto menzione delle ultime notizie arrivate dall’altro capo del Mediterraneo, che raccontano di un Patrick Zaki – accusato di propaganda sovversiva – ormai psichicamente allo stremo. Intanto si attende l’esito dell’udienza per il rinnovo della custodia cautelare in carcere, che potrebbe disporre una nuova proroga della detenzione dietro le sbarre.

“Più che di cittadinanza italiana credo si debba parlare di rafforzare le politiche estere da parte del governo e le azioni diplomatiche da parte dei nostri rappresentanti nazionali”, ha affermato il capogruppo leghista Stefano Mai, rammaricandosi del mancato accoglimento della modifica proposta dalla Lega, appunto, sulla questione della cittadinanza: “Ci asterremo (invece di votare contro, ndr) per non contrastare questa iniziativa volta al fine ultimo della liberazione del ragazzo”. Ha quindi concluso Mai: “Mi dispiace non aver visto la stessa veemenza, la stessa mobilitazione per i diciotto pescatori italiani rimasti rinchiusi nelle carceri libiche per 108 giorni, e loro erano italiani. Eppure il nostro governo li ha lasciati per 108 giorni nelle carceri libiche”. Dal canto loro, i sostenitori dell’ordine del giorno, sia di maggioranza, sia di opposizione, hanno sottolineato come il conferimento della cittadinanza sia un punto importante per rafforzare la causa della liberazione di Zaki, evidenziando altresì come la vicenda travalichi la politica per toccare più generalmente una questione di umanità e diritti fondamentali.

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