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Cauto ottimismo

"Staremo a casa almeno fino a dopo Pasqua"

Giovanni Toti sottolinea il calo dei contagi, ma predica prudenza. "Abbiamo bisogno di abbassare il gradiente di infezione che gira nelle nostre città. Mascherine ok, ora mancano tute e camici monouso".

Giovanni Toti

“I numeri confermano il rallentamento dell’epidemia nonostante la fase ancora alta. Abbiamo ancora alcune decine di posti di media intensità di cura e alcuni posti di terapia intensiva a disposizione. Non è mai stata fatta alcuna scelta obbligata su chi curare fino ad oggi”. I numeri premiano la strategia del governo e i sacrifici degli italiani. Ma Giovanni Toti nel suo bollettino della crisi predica ancora prudenza. “I positivi crescono di qualche unità, non un dato significativo sull’andamento dell’epidemia ma tra i settecento circa tamponi fatta ci sono quelli relativi alle RSA. Siamo sul trend di questi giorni – dice -. Gli ospedalizzati sono solo 15 in più, ma il numero delle vittime rimane ancora alto”.
Si tirano le fila di alcuni progetti imbastiti nelle scorse settimane. “Stiamo avviando un ambizioso piano di posologia medica a casa che sta ingranando in queste ore – continua il governatore -. C’è ancora un problema di dpi, non tanto le mascherine ma le tute e i camici monouso che stiamo contingentando ai limiti del possibile. Sono partiti i cosiddetti test sierologici sul personale ospedaliero. Ne abbiamo già effettuati qualcosa più di seicento. Le percentuali sono molto basse, le renderemo note quando avremo un dato statisticamente più significativo. Ma siamo sotto il 3%. Questo significa che negli ospedali non ci sono evidenze di infezioni particolarmente gravi. Da domani il via ai test a campione sui donatori e sugli ospiti delle Rsa”.
Cauto ottimismo, ma la vita per adesso non cambierà. “Siamo d’accordo sul continuare con lo schema di questi giorni fino alla settimana successiva di Pasqua. Allora potrebbero essere prese decisioni diverse. Per adesso non cambierà nulla. Ci stiamo consultando con gli esperti per vedere di far prendere una boccata d’aria ai nostri figli e nipoti. Penso che questa potrebbe entrare tra le modifiche, noi ci atterremo alle disposizioni del governo. Politicamente si è avviato un dibattito sul dopo emergenza coronavirus, ma io credo ci si debba ancora concentrare sull’emergenza. Abbiamo bisogno di abbassare il gradiente di infezione che gira nelle nostre città, ce lo chiedono gli epidemiologi. Se la curva si abbasserà, significherà anche chiedere meno impegno ai nostri sanitari”.

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