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Cultura e Spettacolo

E’ morto Paolo Villaggio, maschera della comicità italiana

L'attore genovese aveva 84 anni. E' entrato nella cultura popolare con Fantozzi, ma ha conosciuto anche il cinema impegnato.

Paolo Villaggio

Questa volta è vero: Paolo Villaggio è morto all’età di 84 anni. Comico, attore, scrittore e sceneggiatore, era nato a Genova il 30 dicembre del 1932 e si è spento la scorsa notte a Roma. Figlio di un’agiata famiglia borghese genovese, lasciò una tranquilla carriera da impiegato nell’industria per perseguire quella di artista. Prima il teatro tra Genova, Roma e Milano, poi la televisione e la radio. Il piccolo schermo gli dà la prima notorietà grazie a personaggi come il Professor Kranz e Giandomenico Fracchia, scrive anche canzoni per l’amico Fabrizio De Andrè.
Al cinema troverà un successo strepitosto con Fantozzi, traposizione di alcuni libri di grande successo scritti dallo stesso Villaggio. Il ragionere Ugo diventerà il prototipo del piccolo borghese pavido e sottomesso dell’Italia del dopoguerra, un personaggio frutto della critica che il mondo intellettuale di sinistra (Villaggio fu iscritto al PCI e a Democrazia Proletaria) faceva del bigottismo e dell’appiattimento della modernità.
Collaborerà in seguito con Gassman, Corbucci, Fellini, Ferreri, Cervi, Comencini, Avati e Wertmuller tra gli altri. Nel cinema più impegnato vince il Nastro d’argento come migliore attore per “Il segreto del bosco vecchio” di Ermanno Olmi e un Orso d’argento nella sezione menzione speciale a Berlino con “Cari fottutissimi amici” di Mario Monicelli nel 1994. In mezzo tante produzioni comiche che puntano al botteghino e che formano una fimografia sterminata. Ha vinto il Leone alla carriera al Festival di Venezia nel 1992 e il David di Donatello alla carriera nel 2009.

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