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Il bilancio della polizia postale

Truffe on line: nell’anno del Covid spiccano Dpi e false raccolte fondi

La Polizia Postale ha reso noto il report annuale: 835 casi trattati in Liguria. Attenzione al 'revenge porn' con ben 59 denunce, oltre duemila casi di diffamazione, sette arresti per stalking e centinaia di casi trattati di sextortion.

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Sono i dispositivi di protezione individuali, diventati tutto d’un colpo un bene essenziale, una delle novità delle truffe online nel 2020, l’anno del Covid-19. I malintenzionati, non a caso, spostano il loro oggetto d’interesse su quelle che sono le merci più richieste e per gran parte di questi mesi mascherine, guanti, liquidi igienizzanti sono stati fra i prodotti più ricercati, nelle farmacie, come nei supermercati ma anche nei motori di ricerca. La proliferazione di numerosi siti di e-commerce truffaldini dedicati al commercio di queste merci è stata una delle conseguenze più dirette. Ma non solo: gli agenti della Polizia Postale della Liguria hanno raccolto numerose segnalazioni e avviate altrettante attività d’indagine, inerenti le false raccolte fondi, poste in essere attraverso siti web apparentemente riconducibili ad enti ospedalieri o accreditate da falsi patrocini di Istituzioni o Enti Pubblici (Regioni – Comitati vari): “Il modus operandi dei cybercriminali, facendo leva sul generale e diffuso sentimento di vicinanza della cittadinanza al personale medico ed infermieristico, incessantemente impegnato nella lotta al Covid 19, dava la possibilità di effettuare dei versamenti di denaro e/o bonifici su IBAN legati a conti correnti o carte ricaricabili attivati ad hoc”. Inoltre, è stato osservato, contemporaneamente alla chiusura dei luoghi di lavoro a seguito dell’introduzione delle misure di contenimento del virus, un incremento del fenomeno dei falsi annunci di lavoro. “Un fenomeno che racchiude in sé variegate condotte criminose, talune dirette a conseguire profitti illeciti (denaro, identità digitale e dati sensibili), altre tese ad esporre il cittadino che, inconsapevole del disegno criminoso, presta la sua opera per la realizzazione di delitti che spesso vanno ben oltre alla consueta truffa (riciclaggio di denaro), a gravi conseguenze sul piano giuridico, familiare e sociale”.

Covid a parte, le truffe online raggiungono anche altri ambiti. Numerosi i casi di contraffazione del marchio CE: la merce era destinata, in alcuni casi, alla vendita al dettaglio anche attraverso il circuito delle farmacie ignare della contraffazione. “Nell’ambito delle truffe online, nel corso del 2020 sono stati trattati complessivamente 98.000 casi, per quanto riguarda il territorio ligure abbiamo trattato 835 casi per un totale di circa 1 milione di euro di somme distorte – spiegano in una nota -. Nel corso del periodo in esame, è stata implementata l’attività di contrasto al diffuso fenomeno del falso trading online (358 casi trattati con oltre 20 milioni di euro di danno) che ha visto aumentare a dismisura la perdita di ingenti capitali verso Paesi esteri, con la prospettiva di facili guadagni derivanti da investimenti “sicuri”. Particolare attenzione è stata indirizzata all’attività di prevenzione e contrasto al revenge porn con 126 casi trattati e 59 denunciati; alla diffamazione on line con 2.234 casi e 906 persone denunciate; 143 sono stati i casi relativi allo “stalking” con 7 arrestati e 73 denunciati e alla cosiddetta “sextortion” con 636 casi trattati, una persona arrestata e 36 denunciate”.

“I reati afferenti al cosiddetto “Codice Rosso”, le cui indagini sono profuse non soltanto per giungere all’identificazione del responsabile del reato, ma anche per la rimuovere i contenuti dal web o, quantomeno, per limitarne la divulgazione massiva, hanno visto nella Polizia Postale un punto di riferimento per le tante vittime di reato. Anche nella repressione dei reati di minacce e molestie, perpetrate attraverso i social network ovvero con “mezzi tradizionali”, massimo è stato l’impegno della Polizia Postale con 1001 casi trattati, 2 arrestati e 270 persone denunciate, circa 100 casi su base regionale”. “L’attività investigativa volta ad arginare il fenomeno dell’hate speech, è stata particolarmente complessa portando alla trattazione di numerose segnalazioni di utenti attraverso il Commissariato di P.S. online, e un monitoraggio attivo della rete attraverso le piattaforme social – prosegue – In questo ambito una particolare attenzione si è avuta per gli atti intimidatori posti in essere nei confronti dei giornalisti, con l’attiva partecipazione, in chiave operativa con idonee iniziative di prevenzione e contrasto, al Sottogruppo istituito presso la Direzione Centrale della Polizia Criminale – Servizio Analisi Criminale”.

Sono stati 35 gli interventi da parte degli Uffici della Polizia Postale dislocati su tutto il territorio nazionale, coordinati dal Servizio Polizia Postale, finalizzati alla prevenzione di intenti suicidari da parte di utenti dei social network, anche grazie alle segnalazioni pervenute al Commissariato di PS OnLine.

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