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Curcio nelle zone colpite dal maltempo, Liguria chiede stato di emergenza

Il capo della Protezione Civile ha incontrato Toti e Giampedrone: "Ottima reazione all'allerta". Volontari spezzini al lavoro in Val Bormida.

I volontari della Protezione Civile di Ameglia al lavoro in Val Bormida

La Giunta regionale ha approvato questa mattina la richiesta dello stato di emergenza che il Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti sta inviando al Governo, attraverso l’assessore regionale alla Protezione civile, Giacomo Giampedrone in seguito all’ondata di maltempo che ieri ha colpito il Ponente e dove sono impegnate anche di verse squadre di volontari spezzini (nella foto).
L’approvazione è avvenuta alla presenza del Capo del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, Fabrizio Curcio che è stato in costante contatto con la Liguria nel corso dell’allerta rossa per fare il punto sui danni del maltempo e invitarlo a partecipare al sopralluogo nei Comuni più colpiti questo pomeriggio. La richiesta dell’allerta è stata motivata dalle intense precipitazioni che hanno riguardato le giornate del 23, 24 e 25 novembre e hanno interessato particolarmente il territorio dell’imperiese e del savonese, al confine con il Piemonte. Le precipitazioni sono state molto forti, con fenomeni temporaleschi, in particolare nei bacini della parte montana dell’Arroscia, del Roia e dell’Argentina e della Bormida, fino ad arrivare anche a alcuni casi di esondazione. Tutto il territorio interessato dal maltempo ha registrato precipitazioni oltre i 600 millimetri di pioggia nel periodo interessato. Nelle ultime 24 ore si sono registrati picchi in numerose località: soprattutto a Pieve di Teco con 350 mm e Calizzano con 365 mm. Le criticità maggiori hanno riguardato in Provincia di Savona i Comuni di Albenga, Ortovero, Villanova d’Albenga, Zuccarello, Savona, Murialdo, Altare, Calizzano, Roccavignale, Millesimo e in Provincia di Imperia i Comuni di Sanremo, Ceriana, Montalto Ligure, Molini di Triora, Badalucco, Pornassio, Pieve di Teco, Ranzo, Vessalico in provincia di Imperia. Ci sono stati danni alle strade comunali e provinciali con frane e smottamenti diffusi in diverse parti del territorio, con paesi e frazioni isolate. Numerose anche i fenomeni di esondazioni dei corsi d’acqua che hanno portato anche all’allontanamento delle persone dalle abitazioni e moltissimi casi di black out elettrici. Ad oggi le persone sfollate risultano circa 200 sui territori savonese e imperiese, anche se la maggior parte sono stati sfollati a titolo precauzionale e stanno rientrando.

Il Presidente della Regione Liguria ha ringraziato il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio per la visita e il successivo sopralluogo. “Grazie al Capo della Protezione civile che è sempre rimasto in contatto con noi e che testimonia il grande lavoro fatto in questo anno dall’amministrazione. Sicuramente il sistema di protezione civile ha funzionato e ha risposto prontamente alle criticità, attivando i centri di coordinamento misti dei soccorsi nelle Prefetture di Genova, Savona e Imperia e con l’apertura dei centri operativi di Pieve di Teco, Masone, Albenga e Loano – ha ribadito il Presidente Toti – Questo ci consente oggi di contare i danni alle cose, ma non alle persone. Si è comunque verificato uno stato di danneggiamento diffuso e grave che ha interessato i servizi pubblici, i versanti, numerose abitazioni e le attività economiche con gravi ripercussioni sulle normali condizioni di vita. Oggi proseguiremo con sopralluogo nella Val Bormida e poi andremo in Prefettura a Savona a incontrare tutti i sindaci del territorio che ci consentirà di fare una stima dei danni. Comunque prenderemo provvedimenti a sostegno del tessuto imprenditoriale e agricolo colpito”. Il capo della Protezione civile Curcio ha ringrazio tutta la struttura tecnica della Protezione civile ligure che ha dato prova di buoni risultati. “Il nodo cruciale in questo tipo di emergenza – ha sottolineato Curcio – è il rapporto tra cittadini e istituzioni, perché i primi riconoscono nelle istituzioni un certo tipo di percorso, pertanto il tema è quello della misurazione delle attività di prevenzione. Noi siamo bravi a evidenziare quello che non va, però abbiamo difficoltà a capire che il meccanismo dell’allertamento, spesso messo sotto accusa, perché non ritenuto conforme, in realtà ha impedito in eventi come quello ligure che qualcuno ci lasci la vita. Da questo dobbiamo partire. Quando la prevenzione aiuta a superare queste fasi vuol dire che il sistema ha raggiunto un livello di maturità, perché c’è la volontà politica di condividere con i sindaci e i cittadini quanto fatto. Dobbiamo però mantenere alta l’attenzione perché non c’è memoria storica: il sistema va accudito non è mai acquisito. Pertanto mettiamo a disposizione della Liguria e di tutte le regioni le nostre competenze, per poi procedere alla quantificazione del danno ed elaborare un fascicolo da trasmettere in Consiglio dei Ministri”.

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