Liguria - "Se si parla di vaccini Covid, la nostra preoccupazione in questo momento è garantire nel minor tempo possibile l'erogazione dei 50-52mila vaccini modello Pfizer che dovrebbero toccare alla Liguria alla fine di gennaio. Poi ci aspettiamo che arrivino altre 500mila dosi circa per il resto dei cittadini, parliamo di quello prodotto da AstraZeneca, non prima di aprile. Le previsioni più accreditate parlano di quelle date ad oggi". Così Giovanni Toti durante il punto odierno della pandemia in regione. Il sistema sanitario regionale sta già ragionando sulla futura distribuzione del vaccino o, per meglio dire, dei vaccini visto che l'Italia ne ha acquistati da più di un produttore.
In merito all'ipotetica obbligatorietà per i cittadini. "Non mi risulta che il governo abbia intenzione di renderlo obbligatorio, se non in casi specifici. L'obbligatorietà di un trattamento sanitario è una decisione che spetta al ministro della salute. Di base io sono favorevole a non renderlo obbligatorio ma piuttosto ad usare il convincimento, la persuasione e la volontà dei cittadini di mettere al sicuro sé stessi ed i propri cari. Non credo ci sarà bisogno di coercizione per garantirne la diffusione".
Oggi invece la battaglia è ancora per abbassare gli indicatori del contagio. La Liguria rimane in zona arancione per volontà del ministero della salute, ma la decisione è condivisa dal presidente. “Per il 3 dicembre ci sarà tempo, questo l'impegno del governo, per discutere sia in sede tecnica che in sede politica il rinnovo delle misure e le sue modalità. Per adesso la conferma della zona arancione è qualcosa che abbiamo condiviso perché riteniamo sia giusto mantenere una modalità di prudente chiusura ora, per poter poi svolgere un Natale più sereno dal punto di vista delle famiglie, delle celebrazioni religiose e del commercio". Secondo il dato odierno l'Rt medio stimato in Liguria è "tra 0.8 e 0.9, la metà rispetto al picco di qualche settimana fa".
Confini regionali aperti, appena sarà possibile, a chi vorrà venire in Liguria durante il periodo natalizio. Per ora un auspicio. "Parlando con i nostri epidemiologi più esperti non riteniamo l'apertura dei confini regionali possa incidere sulla ripresa eventuale del contagio. Gli Rt delle regioni vicine si stanno uniformando verso il basso, questo ci dicono i dati, anche se noi siamo quelli più bassi al momento. Ci auguriamo che, comprimendo il virus oggi e liberando il più possibile gli ospedali, questo ci consentirà dal ponte dell'Immacolata in poi di tornare ad una mitigata normalità che dia fiato ai consumi, ai bar e ai ristoranti".