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La lettera: "Giornata del Ricordo, esonerati o lontani da quei drammi?"

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Vent’anni fa la guerra nella ex Jugoslavia fece venire alla luce le angherie che la maggioranza serba aveva perpetrato contro gli altri popoli di quello Stato che oggi non c’è più, a cominciare dalla rimozione della loro identità cancellata già con l’imposizione di un alfabeto diverso da quello da sempre praticato. Ciò spiega, ma non giustifica, le reazioni che ci furono e infuriarono a destra e a manca, colpendo chi aveva la colpa come chi non aveva macchie.
Ieri s’è celebrata la Giornata del Ricordo che qua alla Spezia ha avuto l’esito che sappiamo. Della vicenda s’è impossessata la polemica delle forze (?) politiche in cui le diverse parti si rinfacciano vicendevolmente colpe e responsabilità storiche. Dimenticando entrambe di dire la verità e cioè che il dramma degli Italiani, bambini donne uomini, scagliati dentro cavità senza fondo né fine, che meritano rispetto per la vita che venne loro strappata, fu la reazione senz’altro condannabile per quello che quelli dall’altra parte avevano sofferto nel periodo dell’occupazione italiana del territorio al di là del confine, a cominciare dalla rimozione della loro identità.
Se si accetta questa impostazione, la Giornata del Ricordo diventa anche l’occasione per riflettere su quanto la distanza dai drammi che si vivono oggi, ci esonera dalla responsabilità per il loro accadere, e quanto ci tiene lontani dalla reazione di chi li soffre.