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Caratozzolo scrive al questore: "Urla, schiamazzi e stereo a palla. All’Umbertino non si vive più"

Massimo "Baldino" Caratozzolo

Caro Signor Questore,
un giorno le sentimmo dire durante una assemblea sulla sicurezza che “Spezia non è Scampia”.
Innegabile verità. Spezia non è Scampia, ma sono solo perché gli spezzini del centro e dell’Umbertino non sono soliti avere in casa armi da fuoco. Anche se, di tanto in tanto qualche cacciatore imbufalito dal chiasso che si protrae ad ore improponibili, qualche colpo a salve è solito spararlo.
All’Assessore Medusei devo riconoscere un grande impegno e una onestà intellettuale ammirevole.
E’ conscio del problema e cerca di combatterlo in ogni modo mettendosi a disposizione, per supportare i cittadini, speso inferociti, per quel poco che la politica può fare.
Tuttavia caro Signor Questore il problema permane direi quasi inalterato (e snocciolare i numeri ha davvero in questo caso poco senso).
Il problema c’era prima del cambio politico di questa città e c’era prima della sua venuta alla Spezia, e c’è oggi.
Tutte le notti bande di maleducati di tutte le etnie (quindi italiani compresi) decidono di divertirsi e di tirare a far tardi sbevazzando ogni tipo di sostanza alcolica, ovviamente contenuta in bottiglie di vetro che vengono poi abbandonate in ogni dove. Alcolici che col passare delle ore si trasformano in urina, anche quella disseminata dai padroni notturni delle nostre strade, ove capita. Anche davanti ai portoni o sulle panchine.
Tralascio i deboli di stomaco che dopo avere sbevazzato troppo sono soliti dare di stomaco.
Ecco Signor Questore molti, tanti, troppi residenti in città, dell’Umbertino come del centro, passano le loro notti estive così. Tra urla, schiamazzi e impianti stereo che diffondono tecno e rap.
In due giorni, solo nella zona di Piazza Brin abbiamo assistito a una quasi rissa nel famoso cortile “Carpenteria in ferro” di Via Firenze, dove pare che le chiavi siano in possesso di una nota famiglia Rom, tra una Signora Keniota, che priva di ogni forma di educazione si è messa ad apostrofare in modo maleducato i vicini di casa, tra cui un gentilissimo Signore Albanese che dovendo alzarsi all’alba per lavorare, pretendeva unicamente di non essere disturbato dalle urla e dagli schiamazzi dei tanti bimbetti “fuori controllo” (beate famiglie) presenti in quel cortile, che l’amministrazione farebbe bene a far tornare quanto prima un parcheggio per i residenti, visto il suo sciagurato utilizzo, dopo che è stato trasformato, in “Area verde”.
Per avere le generalità della Signora di colore, che si è permessa di offendere persino le forze dell’ordine, ci sono volute due ore, con gli stessi Carabinieri disperati, visto che, la Signora priva pare di documenti, ma abitante non si sa a che titolo nelle case dell’Arte, non era possibile neppure portarla in caserma, avendo una bimbetta al seguito. Cosa che complica non poco le procedure.
E intanto il povero signore albanese sarà dovuto partire senza aver potuto riposarsi seppur casa propria visto che la querelle si è protratta per quasi novanta minuti.
Tradotto: la prepotenza e l’inciviltà di pochi prevale sul diritto e l’onestà di molti (italiani e stranieri, come in questo caso).
Ieri notte è andata in scena la replica. Questa volta protagonisti dei ragazzotti multietnici che, come accade ormai sempre più spesso (quindi il fatto è noto anche alle forze dell’ordine), si sono portati gli stereo in Piazza Brin e alle due e trenta erano ancora a ballare ed urlare come se si trovassero in una discoteca di Maracaibo.
Caro Signor questore, ho telefonato al pronto intervento che appena appresa la zona, non mi ha neppure fatto finire, dicendo che stavano arrivando. Evidentemente in tanti avevano già chiamato per segnalare.
Sono intervenuti due agenti, credo della Polizia che in pochi istanti hanno disperso il gruppetto.
Ma la domanda è : li hanno identificati ? E’ stato loro contestato un reato ? Se qualcuno dei residenti volesse procedere con una denuncia abbiamo i nomi e cognomi di questi “Fastidiosi giovani bipedi” ?
Credo proprio di no , da quanto mi è parso di vedere. Ci si è limitati a far sciogliere l’assembramento.
Se fosse così non va assolutamente bene. E’ infatti evidente che alla vista degli agenti, i ragazzi avranno spento gli stereo e cessato di schiamazzare , ma è altrettanto evidente caro signor Questore che se più persone alle due del mattino chiamano il pronto intervento non lo faranno certo per il piacere di ascoltare nel cuore della notte la voce dell’operatore. Vuol dire che hanno un problema e quel problema va risolto.
Risolto definitivamente. Anche per non sprecare tempo e quindi denaro con interventi da parte delle Forze dell’ordine reiterati quanto inutili.
Tolleranza zero dunque, almeno da parte di chi opera sulla strada. Nell’Umbertino come altrove. Poi toccherà ai giudici (purtroppo) fare i buonisti.
“Spezia non è Scampia”, per fortuna. Ma non per questo gli spezzini e non, che devono lavorare e riposare hanno meno diritti di chi certe vicende se le regola in proprio.

Massimo Baldino Caratozzolo
(Consigliere Comunale residente in Piazza Brin)