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"Liberi e Uguali non dev’essere la stampella del Pd"

Michele Fiore

Si è parlato per circa una settimana nel bene e nel male della proposta di Liberi e Uguali sulla gratuità dell’Università. Al netto della condivisibilità o meno di tale proposta (chi scrive la condivide: parliamo di un cavallo di battaglia del movimento studentesco, già presente, peraltro, in molti paesi con un livello di laureati doppio rispetto al nostro) il grande merito di LeU e di Pietro Grasso è stato quello di rimettere scuola, università, ricerca (insomma i famosi “saperi”) al centro del dibattito politico.

E poi? Poi basta. Poi un’altra settimana a parlare di accordi col PD. Lombardia e Lazio prima, “governo del Presidente” (D’Alema dixit) poi. Un errore madornale. LeU nasce da un esigenza, che non è quella di fare la stampella a Sinistra del PD né quella di costruire un recinto testimoniale. Nasce per una decisa virata a Sinistra sul piano dei programmi, ciò di cui si avverte il bisogno. Per combattere le diseguaglianze, per superare il precariato, per garantire un welfare, una salute, una scuola realmente universali. Per i molti, insomma, e non per i pochi, come dice il nostro slogan).

Per combattere i cambiamenti climatici, riconvertendo a verde l’economia (il famoso New Deal verde), per combattere il precariato che sta togliendo il futuro ai nostri ragazzi, per diritti universali, per porre fine alle discriminazioni, verso le donne, verso i migranti, verso l’omosessualità. Lo fa attraverso proposte concrete, contenute nelle linee programmatiche che anche alla Spezia di recente abbiamo presentato, frutto di un’elaborazione a più mani e della esperienze che sono state registrate in giro per l’Italia ed il Mondo perché buona norma è mutuare esperienze che funzionano. Ecco, siccome c’è tanto da dire e da fare, suggerirei di smetterla con lo stillicidio di interviste e dichiarazioni quotidiane, utili soltanto a creare disorientamento e discussioni puramente accademiche che non interessano a nessuno. LeU nasce dall’esigenza di ridare ad un popolo “esule in patria” una nuova identità, valori antichi, rappresentanza e una nuova casa comune.

Ci candidiamo a fare questo. E’ su questo e su un programma di radicale svolta rispetto alle politiche di questi anni che dobbiamo misurarci. E’ su questo che dobbiamo chiedere il voto ai cittadini, nella convinzione e nella consapevolezza che più saremo convincenti e più, dal 5 Marzo, quanto proponiamo (in concreto: con tanto di copertura economica di ogni proposta) avrà la possibilità di essere realizzato. Nell’interesse delle persone e nel tentativo di migliorare la loro personale condizione. Ciò per cui ha ancora senso fare politica.

Michele Fiore
Liberi E Uguali