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Le migliori intenzioni

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Vivo al presente. La musica rap di Anna

di Francesca Cattoi

Anna Pepe

Cosa succede in una città di provincia come La Spezia, quando diventi la più giovane numero uno nella toplist dei singoli italiani? Tutti ti conoscevano anche prima, anche se magari ti sfottevano. Intanto, la tua fama cresce ed è inevitabile che il tuo nome rimbalzi nei discorsi, da una persona all’altra, da una generazione all’altra, come un virus. Così, quel nome Anna (Anna Pepe, La Spezia, 2003) è arrivato anche a me tramite Stella Sanvitale, sua madre, che conosco da un anno circa e che incontro un sabato a pranzo al Piccoloblu, a Campiglia, dove lei lavora. Avevamo già parlato di Milano, di qualche weekend trascorso in quella città perché Anna voleva stare da alcuni amici, e poi Stella mi racconta dell’intervista con Dj Albertino, mentre Laura Malgarotto (La Spezia, 2005), che era con me in quel momento, subito si intromette nella conversazione e dice che conosce i pezzi di Anna, in particolare Bando e che me lo avrebbe fatto ascoltare. Trovo il brano interessante musicalmente, ma ovviamente non capisco nulla del testo. Mi ascolto tutta l’intervista con Albertino, camminando per Passeggiata Morin, e mi colpisce la sicurezza con cui Anna risponde alle domande e affronta una conversazione serrata con un professionista della musica pop. I progressi di Anna continuano ed è sempre più chiaro, che la giovane spezzina si sta facendo strada ed è ormai un nome noto nel panorama musicale italiano e internazionale. Interviste, collaborazioni, e tutto durante la quarantena del Covid19! Grazie a Stella e al suo manager, Filippo Giorgi, incontriamo Anna al telefono, come da prescrizioni sanitarie, un venerdì pomeriggio, e con me ci sono Yamina Piroddi (La Spezia, 2003) e Laura, perché sentivo la necessità, che a parlare alla giovane promessa della musica pop ci fossero due ragazze della sua età.

Francesca Cattoi: Ciao Anna, che bello incontrarti, anche se solo telefonicamente. Grazie per aver accettato. Di solito inizio chiedendo all’intervistato di raccontarmi dei suoi studi. Anche se tu sei molto giovane, iniziamo da lì. Che scuola frequenti?
Anna Pepe: “Frequento l’Istituto Einauidi Chiodo alla Spezia, indirizzo grafico pubblicitario”.

FC: Raccontami alcuni fatti significativi della tua vita: in che quartiere abiti alla Spezia? Quali luoghi prediligi quando? Dove ti senti a casa?
AP: “Il mio rapporto con la città è uguale a quello di chi ha la mia età. Esco come tutti gli altri, vado in giro come al solito, tutti i miei amici vivono qui, la scuola è qui. La mia vita alla Spezia è molto normale”.

FC: So che ti piace stare a Milano, cosa trovi in quella città rispetto alla Spezia?
AP: “Mi trovo meglio a Milano, perché è una città molto più dinamica e ci sono molti più agganci per fare cose, possibilità per incontrare persone con cui collaborare e stare insieme. Ovviamente, poi mi manca il mare. Ma è normale”.

FC: Posto preferito per andare al mare?
AP: “Cinque Terre”.

Yamina Piroddi: Cercando il tuo nome su google, ci appare subito la voce Wikipedia che dice: “È l’artista più giovane ad aver raggiunto la prima posizione della Top Singoli della FIMI”. A cosa pensi sia dovuto il tuo successo immediato grazie al brano Bando? Ti aspettavi questo successo mentre la scrivevi e cantavi o per te è stata una sorpresa?
AP: “E’ stata del tutto una piacevole sorpresa, perché io ho scritto una canzone come tante altre, non era nulla di programmato. Ho scritto una canzone su una base inedita, per questo ha funzionato, perché ho usato una base insolita per la musica rap. Bando è una canzone quasi tecno, che utilizza un suono a cassa dritta e non si era mai sentita una canzone così diventare virale velocemente in Italia. Involontariamente, ho portato un’ondata nuova, perché non avevo pensato di introdurre cassa dritta in Italia. Da lì, ho cominciato a vedere che i numeri crescevano, a capire che le persone taggavano nelle loro storie la mia canzone mentre l’ascoltavano e la cosa prendeva proporzioni sempre più grandi. La prima ondata di ascolti c’è stata quando sono iniziati i primi passaggi a Radio m2o. Il grande successo è arrivato dopo l’incontro a Milano con Dj Albertino e Wad e in quell’occasione ho conosciuto tutta la redazione di m2o. Fino a quel momento la canzone non era esplosa come ora. Mi sembrava importante andare ad incontrare, chi mi aveva capito più di tutti e creduto in me sin dall’inizio”.

Laura Malgarotto: Come è stato riuscire ad ottenere successo partendo da una città piccola e poco conosciuta?
AP: “Molto soddisfacente, perché quando vieni da un posto piccolo come La Spezia, lo sai, ci sono un sacco di pregiudizi, gente che non vende l’ora di romperti, soprattutto perché siamo pochi, ci si conosce tutti, per cui se qualcuno fa qualcosa di nuovo, soprattutto se è una ragazza, si sentono in diritto di dare giudizi. Infatti, anche all’inizio, quando alla Spezia facevo solo poche visualizzazioni con una mia canzone, e tutti se la spedivano per ridere tra di loro, io non mi sono fermata, non ci ho badato e sono andata avanti lo stesso e i risultati si sono visti. Per cui ora mi dà parecchia soddisfazione, sono andata avanti e mi lascio alle spalle queste faccende”.

YP: Abbiamo la stessa età e sono una grandissima fan di Gemitaiz da anni, posso solo immaginare come sia stato collaborare con lui, che ha una grande esperienza, e con la Dark Polo gang. Vorrei sapere come ti ha fatto sentire il fatto che artisti molto conosciuti abbiano voluto collaborare con te, riconoscendo quindi in te un gran talento. Che emozioni hai provato? Felicità? Soddisfazione? O anche un po’ di paura e soggezione?
AP: “Assurdo, con Gemitaiz…la prima canzone di rap che ho ascoltato in assoluto è stata Blue Sky di Gemitaiz con Madman. Arrivare dopo qualche anno, quando sei ancora adolescente ad avere delle tracce di loro su un pezzo che hai scritto tu, fidati, è WOW! Sembrava una cosa surreale, per un attimo non ci credi, poi ti metti lì, realizzi, e dici “Minchia!” La collaborazione è avvenuta in periodo di quarantena, per cui purtroppo non ci siamo incontrati. Lo stesso è successo con la mia strofa per la canzone Biberon della Dark Polo Gang. L’ho registrata a casa e poi ci siamo sentiti”.

LM: Dall’uscita di Bando, chi sono state le persone a sostenerti di più? Altre ti hanno voltato le spalle?
AP: “È successo il contrario, persone che prima non mi parlavano, hanno iniziato a contattarmi perché è sempre più interessante conoscere qualcuno che ha raggiunto un certo successo. Come degli avvoltoi ti vengono attorno. Questo meccanismo mi ha dato una svegliata e mi ha fatto capire meglio come veniamo visti dagli altri e su quali principi le persone si avvicinano a te per secondi fini, purtroppo… Come dico nella canzone: “Mi ricordo quando sfottevi quel che faccio, mo saluti, non son nata ieri, resto solo con amici, però quelli veri”. Molti mi prendevano in giro, per cui ora preferisco allontanarmi da queste persone e rimanere solo con chi mi ha dato fiducia e mi sostiene. Per ora starò attenta e credo che in futuro sceglierò le amicizie con le pinze!”.

YP: Il tuo successo è stato molto veloce e questo dimostra che c’è qualcosa in te che è subito riuscito ad attirare l’attenzione di moltissime persone. Vorrei sapere come ti immagini nel futuro: vorresti continuerai a cantare facendo della musica il tuo lavoro? Con quali altri artisti italiani e non ti piacerebbe collaborare in futuro?
AP: “Non lo so, da adolescente si hanno delle idee, che poi quando si cresce, si dimenticano, oppure il contrario, rimangono lì e si consolidano. Però, io non mi vedo in nessun modo. Vivo al presente. Non mi vedo nel futuro. Vivo quello che mi capita, poi vedrò come mi sento e in base a quello deciderò come muovermi. Per ora, penso al presente che è la cosa migliore da fare. Se potessi scegliere, però, con chi collaborare in futuro, il mio sogno è in America con Nicki Minaj (Ah, bello, commenta Yamina, con una nota di ammirazione e totale supporto al desiderio espresso da Anna!), una delle più importanti rapper femminili, che ha molto successo oggi (mi spiega Anna!)”.

LM: Quando hai fatto uscire la canzone, hai temuto il giudizio della tua famiglia e dei tuoi cari?
AP: “La mia famiglia mi ha sempre sostenuto, qualunque cosa volessi fare, scuola, sport, scelte. Questo mi rende molto fiera, mi rende molto felice. Trovo che sia piuttosto negativo, quando si cerca di tarpare le ali ad un figlio, che ha delle aspirazioni artistiche”.

FC: Mi colpisce molto l’aspetto verbale della tua musica, sia come testi (che ovviamente come ti ha detto Albertino, per noi di una generazione diversa sono piuttosto criptici) sia come tua espressività vocale. Quali sono i tuoi riferimenti in questo campo.
AP: “In effetti, Albertino mi ha fatto tradurre il testo. Ma in realtà, non c’è molto da spiegare. Ho voluto scrivere un pezzo usando molto slang giovanile, perché sapevo che avrebbe funzionato. Da una parte, le persone si sarebbero intrigate per un linguaggio che non conoscevano, ma dall’altra, gli adolescenti come me, lo capiscono bene e quindi funziona”.

Anna sorride, è stata molto disponibile con noi, non ha avuto nessuna esitazione a rispondere alle domande, sosteneva la sua parte in modo tosto e solido. Oggi Spotify la nominava nella playlist dei numeri uno, credo siano belle soddisfazioni per una ragazza di diciassette anni. Non sono un critico musicale, mi occupo di arte contemporanea e di cultura in genere, e quello che sta accadendo ad Anna mi intriga per la velocità e la viralità del successo ottenuto, ma anche e soprattutto, per il talento che si sprigiona da una giovane cantante, che ha puntato sulla sua determinazione e passione, unita ad una certa dose di sfrontatezza e incoscienza. A noi, nonostante l’essenza spezzina che ci appartiene, non resta che farle i più sinceri complimenti e augurarle di ottenere tutto quello che vuole. O quasi.
Ehi Anna!

FRANCESCA CATTOI