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Domani arriva dontstop architettura

Via le barriere, ora lo chiede anche la Lega di A

Oggi la visita degli emissari di Via Rosellini al Picco. Le vetrate impallano le telecamere, manca una sala Var, da ampliare la sala stampa e gli studi televisivi, illuminazione da potenziare e area media da inventare per poter chiedere la deroga.

Salva Ferrer

Quelle brutte vetrate tra il settore distinti ed il campo di gioco, retaggio di un concetto di stadio che si cerca di superare, non piacciono neanche alla Lega di serie A. Non è solo una questione di vivibilità dell’impianto sportivo e di estetica. Quel plexiglass levigato dalla pioggia, su cui orde di mani si sono abbattute in tempi di contestazioni e in attimi di estasi post segnatura, ha anche l’indubbio demerito di impallare le riprese televisive. Impedisce insomma una produzione decente come il massimo campionato di calcio nazionale richiede, uno degli obiettivi da ricercare per riuscire ad ottenere la deroga e riportare gli aquilotti, esuli a Cesena, a casa loro.
Il sopralluogo dei tecnici che questa mattina hanno analizzato il vecchio stadio Picco in lungo e in largo ha portato a tracciare una X rossa accanto alla voce “barriere”. La visita, prevista da qualche giorno, aiuta a farsi una prima idea di cosa serve al centenario manufatto di Viale Fieschi per poter ospitare la serie A. Uno dei problemi emersi è appunto quello delle barriere di fronte ai distinti, che già 5 anni fa l’allora direttore generale Umberto Marino aveva previsto, anche in questo caso con mirabile anticipo. Due paiono poter essere le soluzioni. O la rimozione, come successo per la Curva Ferrovia, oppure la costruzione di una o più pedane rialzate sugli spalti retrostanti che ospitino le telecamere e portino la visuale a sovrastarle.

La prima opzione è chiaramente più impegnativa dal punto di vista dei tempi di realizzazione, visto che deve trovare l’ok anche da parte delle autorità di pubblica sicurezza. E il tempo è questione dirimente al momento. Lo Spezia spera di poter tornare al Picco il prima possibile, conscio che la salvezza per una neopromossa passa soprattutto attraverso il rendimento interno. Almeno questo dice la storia. Gli altri rilievi ritenuti primari, ed esposti oggi dagli emissari della Lega di serie A, riguardano lo spazio per il Var, che sarebbe spostato da un furgone attrezzato lungo Viale Fieschi ad un vero e proprio locale all’interno, probabilmente, della tribuna. Servono poi due studi televisivi da individuare in altrettanti sky box nei distinti, in modo da portarli dai tre attuali ai cinque regolamentari. E ancora, le attuali 52 postazioni stampa devono diventare 60.
Due infine gli argomenti più sostanziosi per costi e tempi di realizzazione. Il primo riguarda l’illuminazione, che deve raggiungere una potenza compresa tra 1000 e 1650 Lux in direzione delle camere fisse. Ci sono, detto banalmente, da “cambiare le lampadine” ma trovando nel contempo una soluzione che eviti di andare a toccare le torri faro, contenendo così i tempi di lavoro. Infine c’è da inventarsi una nuova area media. Al momento l’unica strada percorribile sembra quella di smontare la sala stampa e hospitality alle spalle della tribuna, per sostituirla con nuovi locali in prefabbricato come se ne vedono anche in altri stadi di serie A.

Anche questa sarebbe una soluzione temporanea, in attesa che tutto il settore venga abbattuto e ricostruito di sana pianta. Più capiente, già predisposto per accogliere le telecamere, con all’interno nuovi spogliatoi e appunto un’area media moderna. Magari traslato di qualche metro in direzione monte in modo da poter finalmente allargare il campo e portarlo a 68 metri. Tutte prescrizioni che dovrebbero essere accolte nel progetto di fattibilità che lo studio Dontstop Architettura produrrà nelle prossime settimane. Saranno proprio i professionisti milanesi ad incontrarsi con i delegati della Lega A in queste ore, accompagnati dall’amministrazione comunale.

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