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UN SOGNO CHE SVANISCE TROPPO PRESTO

Il pubblico delle grandissime di contorno ad una serata difficile: difesa ballerina, attacco abulico e un Cittadella praticamente perfetto. Che passa in avanti, gestisce le emozioni e quando viene raggiunta, mette la quinta e va a vincere.

Import 2020

SPEZIA-CITTADELLA 1-2
Marcatore: 22’pt Moncini, 7’st Maggiore, 20’st Moncini

SPEZIA (4-3-3)
Lamanna; Vignali, Terzi, Capradossi, Augello; Maggiore (26’st Da Cruz), Ricci (39’st Bartolomei), Mora; Okereke, Galabinov, Gyasi (23’st Bidaoui). A disp. Manfredini, Barone, Crivello, Ligi, Brero, Pierini, Crimi, De Francesco, De Col, Bidaoui. All. Pasquale Marino

CITTADELLA (4-3-1-2)
Paleari; Ghiringhelli, Frare (26’st Drudi), Adorni, Benedetti; Siega, Iori, Branca; Panico; Moncini, Finotto (23’st Diaw). A disp. Maniero, Parodi, Schenetti, Camigliano, Drudi, Scappini, Pasa, Proia, Rizzo, Bussaglia, Cancellotti. All. Roberto Venturato

Arbitro: Francesco Fourneau (Roma 1)
Assistenti: Pietro Dei Giudici (Latina), Pasquale Cataldo (Napoli)
Quarto ufficiale: Manuel Volpi (Arezzo)
Var: Marco Serra (Torino)
Avar: Riccardo Ros (Pordenone)
Ammoniti: Siega, Panico, Branca, Da Cruz
Spettatori: 7.442 paganti
Incasso: 86.881 euro

PRE-PARTITA
20.43 – Gli inni di Borghetti cantati dall’inossidabile Riccardo sotto la Ferrovia, che minuto dopo minuto si riempie fino ad esaurirsi. Uno stadio intero canta e l’effetto somiglia a quello di una volta. Alla fine le squadre concluderanno il riscaldamento e torneranno negli spogliatoi proprio sull’ultima schitarrata. Serata primaverile, certamente non calda, almeno dal punto di vista atmosferico. Scontato che ci sia il record di spettatori e di incasso della stagione. Il “Picco” e la serie B nel suo complesso per la prima volta nella storia accolgono la tecnologia Var.

20.52 – La velocità di Gyasi ed Okereke ad inventare situazioni sulle corsie esterne dell’attacco per mettere in moto la forza di Galabinov, uno che al Cittadella ha fatto male tante volte. C’è Maggiore, il ragazzo che si esalta nelle gare con le grandi, nel tridente di centrocampo, dove Ricci e Mora sono i titolari inamovibili. La Ferrovia prepara una coreografia di bandiere bianche e nere, i distinti non saranno esauriti ma solo per quel che riguarda le ultime quattro file di seggiolini.

20.59 – Atmosfera che si fa sempre più bella: le torce in curva riportano indietro di qualche anno ma l’apporto corale coinvolge anche gli altri settori dello stadio. Da Cittadella una sessantina di tifosi che non sono voluti mancare al quarto playoff della storia dei granata in campionati di serie cadetta. Nel primo tempo i bianchi attaccheranno sotto una curva davvero indiavolata.

PRIMO TEMPO
E’ la notte per rinnovare una promessa d’amore. E’ la notte che un Picco sente necessità di vivere molto più di una volta all’anno e cercherà, lo stadio che fra un anno farà cent’anni, di regalarsi un altra serata fatta per sognare. Novanta minuti, ma potrebbero volerci di più se giunti a quel punto nessuna delle due squadre sarà avanti. Un fallaccio di Ghiringhelli fa saltare per aria mezzo stadio ma è troppo presto per il riminese Fournaeu sventolare cartellini colorati. La tensione si percepisce: la partita è subito molto fisica e nella giungla il più abile di tutti è Finotto che riesce in qualche modo a vincere il duello rimbalzante con Capradossi ma alza troppo la mira. La gente mormora su due appoggi sbagliati di Galabinov ma l’inizio è del Cittadella: carico, corto e cattivo come si deve essere quando si viene in Viale Fieschi. Con l’avversario addosso, lo stop e il tiro al volo di Okereke al minuto numero 8 è un assaggio della voglia di David di gonfiare la rete: questa volta dovrà accontentarsi dell’esterno. La personalità di Maggiore tranquillizza anche un Vignali che ha la gamba buona e deve prendere misura, soprattutto cercando di dialogare con un Gyasi che sa fare la sponda molto bene. La cronaca ad ogni modo conforta i ‘mariniani’ che giocando di prima riescono a dare velocità e a mettere sotto una difesa molto ben registrata: per aumentare la convinzione si passa anche da un buon possesso e dall’ingrediente fondamentale: la pazienza. Al 16′ il primo e si spera l’ultimo rammarico: il Cittadella mangia il veleno quando Adorni improvvisa un lento e sciagurato retropassaggio più vicino a Galabinov che al suo portiere Palerai ma il bulgaro non riesce a toccare la sfera prima che sia troppo tardi. Eppure sembrava arrivarci.

Cittadella e Spezia si divorano l’incredibile. Ma al secondo tentativo i veneti passano.
Diverso, decisamente diverso quello che succede venti secondi più tardi esattamente dalla parte opposta: sulla conclusione dal limite di Panico, lo stop di Capradossi mette fortuitamente in moto Moncini che solo davanti a Lamanna spara incredibilmente sopra la traversa, in faccia ai suoi disperati supporters. Ma lo Spezia non sta a guardare ed Okereke sul ribaltamento dell’azione fa un capolavoro di bravura quando vola verso la porta e una volta entrato in area serve a Gyasi la palla del vantaggio: il diagonale è angolatissimo, troppo angolato in verità e infatti si spegne altrettanto incredibilmente a meno di un metro dal palo. Il gol è comunque nell’aria e al 21′ i granata possono esultare sull’asse Iori-Moncini che arriva come un treno e trova la zampata della vita. Lo Spezia barcolla, il Cittadella legittima una condotta di gara esemplare e un’occupazione del campo migliore di Terzi e compagni. Al 27′ è tambureggiante l’azione offensiva ospite e Siega di testa inzucca a botta certa ma sulla linea c’è la chioma folta di Mora che manda lontano, salvando tutto.

Cosa si divora Gyasi! Lo Spezia profonde il massimo sforzo ma la porta è stregata.
La scossa arriva subito dopo la mezz’ora, simbolicamente rappresentata da un paio di uscite palla al piede di Augello, salutate da uno stadio che non molla malgrado l’amarezza del risultato. L’avanzata è rabbiosa e anche lo stadio sembra credere un po’ di più ad un pareggio che lo Spezia deve comunque guadagnarsi: prima Maggiore ha un controllo non ideale su un bello e non semplice scarico mentre attimi dopo sulla conclusione di Vignali dai venticinque metri il rimpallo favorisce un Gyasi che ha l’incedere per arrivare ovunque ma, stretto in un sandwich, sbaglia clamorosamente davanti a Paleari. Iniziamo ad esserci ma per picconare il muro del ‘Citta’ serve qualcosa che valga ciò che ci stiamo giocando: al 38′ nuova disperazione collettiva sul cross basso di Okereke, che gioca in una condizione eccellente, e tacco fuori misura di Gyasi che proprio stasera ha occhi ciechi. Un po’ di sincera frustrazione, quel gol iniziale condiziona mentalmente soprattutto nella fase difensiva dove si pasticcia per mancata serenità. Davanti invece sono mancati soltanto i gol.

SECONDO TEMPO
Si riparte da dove si è lasciato, da quella necessità di metterla dentro e costruirsi un altro finale. Una scivolata maldestra di Terzi per poco non regala un pallone agli avversari, sempre sul pezzo, concentrati nelle marcature e, almeno all’apperenza, fisicamente all’altezza. Okereke può essere l’uomo della provvidenza, Mora invece trova lo spazio per entrare in area prima di cadere sul contrasto: l’azione prosegue perché la palla finisce a Maggiore che si coordina per un sinistro al volo che Paleari para con una grande prodezza tecnica. E mentre la tribuna chiede un Var sacrosanto (incredibile non sia stato concesso!) per il rigore che Mora subisce senza se e senza ma nell’azione originaria, lo Spezia non smette di attaccare sentendo, più del pubblico ancora indiavolato per l’episodio, che è il momento di cambiarla quella che non deve diventare una storiaccia. Al 7′ Okereke con un mirabolante colpo di tacco smarca Mora che gli restituisce la sfera: David riesce a metterla in area per raggiungere Gyasi ma un difensore interviene e alza una palombella perniciosa che obbliga Adorni a salvare sulla linea con un colpo di testa su cui si avventa Maggiore che, anch’egli con la zucca, gonfia la rete. Di qui in poi lo Spezia cambia marcia, alza il baricentro giocando di più su Galabinov e soprattutto grazie al cambio passo dei suoi centrocampisti, aumenta gli uomini che guidano l’azione offensiva, il Citta ora sente tutto l’effetto del “Picco”.

Lo Spezia si esaurisce, Moncini lo uccide con due gol
Granata mai morti, attaccano in tanti e ci sono sempre sulle vaganti. E’ in contropiede che lo Spezia deve sviluppare ciò che rimane, senza concedere nulla ed evitando di abbassarsi troppo come nel primo quarto d’ora, prima del vantaggio di Moncini. Ma che dopo il pareggio il Cittadella avesse reagito subito lo si era capito subito. E al 20′ se qualcuno fosse rimasto disattento, i granata tornano a comandare la gara: sugli sviluppi di un corner non c’è la reattività per fermare una palla toccata da tre giocatori prima che lo stesso Moncini, che Angelozzi aveva cercato in estate, la mettesse in porta da distanza ravvicinata. Scheggia la traversa il siluro di Galabinov mentre Marino non attende più, giocandosi il cambio: Bidaoui per Gyasi, Da Cruz per Maggiore, per andarsi a prendere il pari, rischiando però anche le ripartenze di un Citta che inizia presto a perdere tempo. Diaw entra in campo e potrebbe mandare i titoli di coda con grande anticipo, quando viaggia come una littorina, bruciando Capradossi, ma sbagliando la conclusione pur davanti ad un Lamanna che si pianta fra i pali, uscendo soltanto all’ultimo tuffo. Un errore madornale, lo Spezia è ancora vivo ma gira tutto male e i granata il tris lo faranno al 31′ ancora con Moncini che brucia Capradossi sullo scatto e sigilla il match. La gente inizia a lasciare gli spalti, la palla va a centrocampo ma il Var ferma tutto nel silenzio: l’attaccante era in fuorigioco e l’arbitro comanda la punizione. Tutto davvero inaspettato. E pure surreale.

Galabinov è l’ultimo a provarci.
La palla del 2-2 la calcia sull’esterno della rete Galabinov, il finale è al cardiopalma anche perché il verdetto tecnologico è stata una specie di iniezione di adrenalina per la gente del “Picco” che vuole vederla sino alla fine. Lo Spezia schiaccia sull’acceleratore, le forze non sono tantissime ma finchè il tempo c’è, si gioca e ci si crede. Entra anche Bartolomei, ex di turno, mentre il Citta prova a fermare il tempo, con tutti i mezzi a disposizione. Con i reparti ormai lunghissimi, il gioco dello Spezia non c’è più e solo con gli episodi si può pensare ad un gol che allungherebbe la vicenda. I corner a favore si sprecano e su uno di questi la torre di Terzi trova Galabinov che sforbicia stupendamente: Paleari la alza sopra la traversa. Minuto 44, Galabinov cade in area su un corpo a corpo, alza le braccia per un presunto rigore ma stavolta non si passa nemmeno dal Var. Sei minuti di recupero per provare a pareggiarla, ma si giocherà talmente poco che lo Spezia vedrà di sfuggita l’area di rigore avversa. Finisce qui, dopo Modena ed Avellino è il Cittadella a mandare a casa lo Spezia in un preliminare playoff.

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