La Spezia - Se sei un tifoso dello Spezia, hai appena esultato per una promozione sensazionale e guardi la prossima serie A è impossibile non concedersi una smorfia di disappunto. No, non è (ancora) una questione di rendimenti e giocatori, di classifica e risultati, semmai è l'altra faccia della medaglia di un campionato, quello che dovrebbe iniziare nel terzo weekend di settembre, che nasce sotto la stessa stella di quello da poco finito e che ha consacrato ancora una volta la Juventus come regina indiscussa. La stella, si fa per dire, è quella del Covid che da mesi nelle categorie dilettantistiche ha congelato i campionati, mentre in quelle professionistiche ha obbligato lo svolgimento delle gare restanti senza pubblico e con i soli addetti ai lavori: ad oggi non ci sono affatto contrordini sul fatto che la prossima stagione cominci ancora una volta con gli stadi a porte chiuse. E chi sa per quanto sarà così...
E, appunto, se sei un tifoso, uno che ama andare in trasferta e conoscere impianti nuovi (e le relative tifoserie), scorrendo l'elenco delle squadre che comporranno la prossima serie A vengono in mente due facili considerazioni: in primis che sarà una massima serie di altissimo livello con tutte le società storiche ai nastri di partenza, eccezion fatta per il profondo sud, praticamente estinto dopo la retrocessione del Lecce, oltre ai guai degli anni scorsi che hanno fatto ripartire Palermo e Bari dai dilettanti; e poi, sempre guardando le città rappresentate, è un gran peccato che per tante giornate (chi sa quante?) non sarà possibile entrare in quegli stadi sognati per tanto tempo e finalmente reali teatri di una gara di campionato, per giunta di serie A. E' beffardo il destino, diciamolo: se quantifichiamo infatti le distanze rispetto all'ultimo campionato svolto il dato che balza agli occhi è lapalissiano. L'ultima B, quella della promozione da poco celebrata, presentava trasferte lunghissime, basti pensare a Trapani, Cosenza e Crotone, ma anche Salerno, Benevento e Castellammare di Stabia, tutte oltre i 600 chilometri: complessivamente, calcolatrice alla mano, 10.114 chilometri, lievitati a 10.758 con i playoff (Verona e Frosinone). In serie A, tolta la trasferta di Cagliari che in aereo col volo da Pisa si risolve in poche ore (1 ora per raggiungere l'aeroporto Galileo Galileo, un'altra di volo per il capoluogo isolano), le trasferte più lontane sono un'eredità della stessa serie B: Crotone e Benevento, neopromosse anch'esse nella massima serie, sono le piazze più lontane, rispettivamente 719 e 627 chilometri (misurato da Piazza Europa, sede del Comune della Spezia, allo stadio). Dietro di loro c'è Napoli e qui i supporters della Ferrovia ricorderanno i tempi della Coppa Italia di serie C e della prima B dell'era Ruggieri: per raggiungere il San Paolo servono 6 ore (624 chilometri). Mettendole tutte insieme non si arriva a 5mila chilometri...
Già, perché a ben guardare, la quarta città più lontana dal Golfo dei Poeti è Udine, una delle città più importanti del Friuli Venezia Giulia: per arrivare al Dacia Arena-Stadio Friuli servono circa 4 ore 30' per 472 chilometri. Poi c'è Roma: "andremo" all'Olimpico in poco più di 4 ore (grande raccordo anulare permettendo) per coprire i 417 chilometri di distanza e vedere dal vivo la Roma e la Lazio. Il resto delle esterne è sotto i 300 chilometri: Bergamo è distante 262 chilometri e copribile in 2h45', Verona l'abbiamo fatta tante volte e in meno di 3 ore è raggiungibile (225 km), poi Torino da fare due volte (poco più di tre ore d'auto per circa 275 chilometri). A San Siro, quartiere milanese dello stadio "Mezza" si arriva in 2h45' (220 km da fare due volte), a Reggio Emilia (al Mapei ma per sfidare il Sassuolo) così come a Firenze in 1h40' (150 chilometri), al "Tardini" di Parma non serve più di un'ora e mezzo (113 chilometri) sull'A15 e naturalmente le più vicine sono le trasferte di Genova, contro Samp e Genoa: un'ora o poco più, anche qui traffico permettendo, per ritrovare il quartiere di Marassi e lo stadio Luigi Ferraris dopo qualche anno.