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Taglio ingaggi? L’Assocalciatori è netta: "Proposta irricevibile"

Damiano Tommasi

Porta in faccia alle proposte della Lega A e della Lega B. L’Assocalciatori risponde con durezza alla richiesta dei club delle prime due serie nazionali di decurtare gli stipendi degli atleti in questo periodo di inattività. Un taglio compreso tra un sesto ed un terzo degli emolumenti annui, a seconda se i tornei potranno riprendere o meno, in modo da dare ossigeno alle casse delle società che affrontano a loro volta il crollo di alcune voci d’entrata: incassi al botteghino, merchandising, sponsorizzazioni. Con il rischio di dover avere a che fare con le richieste dei detentori dei diritti televisivi nel caso in cui non si dovesse più giocare.
Se da un lato per i dipendenti ordinari si apre la strada della cassa integrazione secondo le modalità contenute nel decreto Cura Italia, dall’altra i tesserati FIGC non subiscono alcun automatismo. C’è da trovare un accordo, che pare assai lontano dopo che il consiglio direttivo dell’Associazione Italiana Calciatori ha definito “irricevibile” l’ipotesi dei presidenti. “Il comportamento delle Leghe è incomprensibile in un momento come quello attuale la nota dell’AIC – La volontà, neanche tanto implicita, di voler riversare sui calciatori, mettendoli in cattiva luce, l’eventuale danno economico derivante dalla situazione di crisi, è un fatto che fa riflettere sulla credibilità imprenditoriale di chi dovrebbe traghettare il sistema calcio in questo momento di difficoltà”.

E ancora. “Pensare che si debba ricorrere ad una delibera assembleare per decidere di non pagare più nessuno lascia senza parole. Gli stessi presidenti che vorrebbero decidere la sospensione degli emolumenti hanno mandato in campo le squadre fino al 9 marzo, fatto allenare i calciatori fino alla metà di marzo e tuttora monitorano e controllano gli allenamenti individuali svolti secondo le direttive dello staff tecnico. La discussione delle scorse settimane verteva sui termini di contestazione di mancati pagamenti da sospendere o posticipare, ma non si è mai andato oltre le brevi riunioni telefoniche.Ora capiamo perché non si voleva trovare un’intesa sulle modifiche tecniche all’Accordo Collettivo, la vera intenzione è non pagare. Il fatto lascia allibiti, inoltre, visto che parecchie squadre sono già sedute con i loro calciatori per discutere come aiutarsi in un momento come quello attuale”.

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