LA REDAZIONE
Scrivici
PUBBLICITÀ
Richiedi contatto
Spezia calcio

Rivalta: "Le mie ultime quattro partite a Spezia, pensando solo a divertirmi"

Doppio ex di Spezia e Vicenza, il difensore ha chiuso la carriera in bianco. Il tumore e poi la rinascita: "Serena fu fantastico con me".

17.05.2012 SPEZIA - TERNANA 2-1 SUPERCOPPA LEGA PRO RIVALTA

E’ tornato a casa, o quasi. Nel senso che lavora per un club di serie A, e per la società che lo lanciò da calciatore. Claudio Rivalta oggi allena la classe 2001 dei giovani del Cesena, dopo aver chiuso la carriera da calciatore a 34 anni con una stagione tutta da raccontare allo Spezia. Lo Spezia della grande rimonta nei confronti del Trapani, della tripletta di trofei e della vicenda umana di Rivalta stesso.
Il quarto trofeo di quella pazza stagione fu proprio la malattia sconfitta dal difensore originario di Ravenna. La diagnosi a fine 2011 di cancro all’intestino, l’operazione a Genova pochi giorni prima di Natale. Cinque mesi più tardi tornava in campo a Barletta in tempo per giocare anche la finale di Supercoppa, dopo aver perso e recuperato quattro chili di muscoli.
“Un’annata bella intensa, non ci siamo fatti mancare proprio nulla – ricorda – il rischio di annoiarsi non si è mai corso. Il risultato sportivo è stato incredibile, e poi ricordo le mie ultime quattro partite da professionista. A quel punto ho deciso di smettere, posso dire di aver chiuso togliendomi delle soddisfazioni”.

La malattia e il ritorno, se il risultato sportivo è stato incredibile, quello umano anche di più…
“Con tutte le cose che erano successe, poter riassaporare il campo e dare un contributo alla squadra e alla società… pensavo non potesse accadere e invece è successo. Nella mia carriera ho giocato le prime 450 e rotte partite con tensione e concentrazione estrema, e poi le ultime quattro in cui ho pensato solo al divertimento. Credo che anche tutti i miei compagni abbiano percepito questa voglia”.

Con Michele Serena un rapporto speciale in quella stagione.
“Lui è stato fantastico con me. Mi disse che per me un posto ci sarebbe stato, mi ha sempre stimolato. In verità quando stavo bene non mi faceva giocare e mi arrabbiavo, dopo però è stato di parola”.

Lo Spezia di oggi sta trovando una stagione esaltante, la prima dopo la vostra del 2011/12.
“Seguo sempre quello che fa lo Spezia, diciamo che i risultati e il lavoro di questo nuovo allenatore e della nuova dirigenza stanno dando buoni frutti. L’ambiente mi pare tragga benefici di questo momento, e la compagine dirigenziale dona grande solidità. Ai nostri tempi era quello che un po’ difettava probabilmente. C’è sempre stata una grande proprietà, ma la gestione non era sempre il top. Evidentemente ora ci sono le persone giuste al posto giusto”.

Sabato Vicenza-Spezia, anche a in Veneto hai avuto un’esperienza formativa.
“Ho giocato in biancorosso tre stagioni, è stata una bella parentesi. Arrivai a Vicenza dopo due anni di serie A, erano appena retrocessi ma c’erano piani per tornare subito nella massima categoria. Il primo anno siamo passati attraverso mille vicissitudini e non ci siamo riusciti, l’anno successivo la proprietà inglese ammainò bandiera e ne abbiamo risentito. Però ci siamo sempre salvati bene nonostante tutto. Ci sono tanti compagni di quella di squadra con cui tuttora ho buoni rapporti”.

Il Carpi sta dominando la serie B, può arrivare in fondo la sua corsa?
“Sono contento per mister Castori che è un sanguigno che fa lavorare ben le squadre. Sono contento per lui, per come lo ho conosciuto. E poi sono contento per altri due ex Spezia come Bianco e Lollo”.

Tu hai vissuto gli anni Novanta, l’apice del calcio italiano e poi il declino.
“Direi che il livello del nostro calcio è sceso, mi dispiace soprattutto per i pochi posti che ci sono nelle grandi squadre per gli italiani. E’ vero che questi stranieri costano meno e hanno più grido, ma bisogna essere onesti e dire che il livello degli atleti nostrani è probabilmente più basso di qualche tempo fa. C’è da rimboccarsi le maniche, e questo da uomo che lavora con i giovani stiamo cercando di fare anche a Cesena. I risultati delle squadre italiane in campo internazionale dimostrano che c’è bisogno di ripartire dalla base”.

Più informazioni