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Spezia calcio

Quelli di Norcia/Alberto e il suo casale: "Caro Spezia, che gioia che hai dato a noi laziali"

Alberto Martino

“L’eliminazione della Roma da parte dello Spezia in Coppa Italia è stato un pomeriggio di festa anche per noi laziali. E’ brutto, ma ormai le nostre più grandi soddisfazioni sono le disgrazie altrui”. Fuori da Porta Ascolana, sulla strada che porta a Castelluccio e alla sua valle colorata, c’è qualcuno a cui la presenza dello Spezia in quel di Norcia non è sfuggita. E’ Alberto Martino, gestore del Casale San Martino, rilevato da un’azienda romana insieme a vari ettari di terra qualche anno fa e ora una delle due strutture del comune umbro inserite nella Guida Michelin.

“Norcia vive in simbiosi con lo sport – dice – Ci sono sei campi da calcio regolamentari più i vari campetti da calcetto. Poi il tennis e il palazzetto dell’Hotel Salicone (che funge da palestra per lo Spezia, ndr) che fa il resto. Una meta per le squadre che cercano strutture pratiche. Poi a livello ricettivo c’è tanto per il tifoso che viene a farsi qualche giorno: un ambiente sano, si mangia bene, l’aria è pulita e ci sono le bellezze dei Monti Sibillini da scoprire”.

Originario di Roma, Martino fa parte di una comunità capitolina piuttosto numerosa nella città di San Benedetto. Tanto che un tempo solo per vedere la Lazio all’Olimpico si riempiva un pullman da cinquanta posti. “Poi è arrivato Lotito, la cosa peggiore che ci poteva capitare in 116 anni di storia. Si è posto male da subito. Certo, ha ottenuto di spalmare i debiti, ma con promesse che non ha mai mantenuto. Un tifoso non si può sentire dire la Lazio è solo mia, devi vendere anche sentimenti e sogni. Nel 2003 eravamo in Champions League e comprammo Artipoli e Vignaroli. Alla fine la gente non ci crede più. Non mi sorprende se il primo giorno di prelazione sono stati staccati 11 abbonamenti”.
Lo Spezia è una novità. “So che è andato vicino alla promozione lo scorso anno. Chissà che Norcia non porti fortuna. Qui siamo abituati alla Lazio, che è venuta un paio di volte, alla Ternana, ricordo il Torino qualche anno fa che aveva portato tanti tifosi da tutta Italia. Un anno si rischiò di avere nello stesso periodo l’Ascoli e l’Ancona: ai secondi fu chiesto di rinunciare per evitare problemi di ordine pubblico. Come si chiama chi segnò il rigore decisivo contro la Roma? Ah ecco, Acampora quando vuole passare a prendere il caffé ce l’ha pagato”.

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