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Quanta classe Bartolomei, Mastinu nostalgie da trequartista

Paolo Bartolomei capitano

Scuffet 6 – Il colpo di testa di Morosini è troppo ravvicinato per pretendere miracoli. Bello vederlo quasi a centrocampo nel momento in cui il secondo gol è nell’aria.

Ferrer 6,5 – Gli scappa Morosini nell’azione del gol, ma come si fa a non registrare che lo Spezia la ribalta dalla sua fascia? (dal 43’st Vignali – sv )

Erlic 7 – Calmo e sicuro, fa il suo dovere facendolo anche sembrare semplice. Non è solo un muro, è anche disinvolto nel far girare la palla.

Capradossi 7 – Se Scamacca è l’astro nascente degli attaccanti azzurri, viene facile pensare che anche lui abbia la serie A già tatuata addosso.

Marchizza 6,5 – Gyasi lo aiuta a giocare meglio e il suo rendimento si impenna quando arriva il cambio tattico.

Bartolomei 8 – Con il piede delicato trova il varco che spalanca la porta dell’Ascoli per ben tre volte. Oggi è lui a tenere alto il vessillo nella carica.

Ricci M. 7 – Pura poesia vederlo duettare con il gemello con quel pallone sotto in area. Attira Troiano in una trappola che risulterà decisiva, poi stampa un tiro sulla traversa.

Mora 5,5 – Tanta confusione, troppi contrasti persi. Doveva essere uno dei più freschi invece è uno dei meno lucidi (dal 7’st Mastinu 7 – Porta lo Spezia più sotto l’area e poi si fa trovare per il colpo di testa decisivo)

Ricci F. 6,5 – Nel primo tempo è il più pericoloso, nel secondo anche ma finalmente in buona compagnia. Manca per un soffio un gol che sarebbe stato da cineteca.

Gyasi 7 – Anche da centrale scappa in avanti e allora lo Spezia perde i punti di riferimento. Poi da esterno trova gol e applausi. Deja-vu.

Bidaoui 5,5 – Nella sua puntura non c’è veleno questa sera. Atteso da Andreoni e raddoppiato metodicamente, gira a vuoto (dal 13’st Nzola 7 – La cifra per il riscatto sembra ogni giorno meno proibitiva)

All. Vincenzo Italiano 7 – Meno pressing e meno movimento, lo Spezia arriva alla fine del trittico un po’ stanco. Ma è anche il turnover a non funzionare a dovere. Gyasi punta non garantisce mobilità ma non funziona come punto di riferimento e allora la manovra si fa più prevedibile. Non punge neanche la catena mancina con Mora e Bidaoui e allora il possesso diventa preciso e anche autoritario, ma mai ficcante come nelle ultime uscite. I cambi però, almeno quanto l’uomo in più, cambiano la partita. Mastinu fa il trequartista, Gyasi a sinistra torna a fare tutta la fascia e infine Nzola armonizza la manovra con la sua presenza. Segnano questi tre non a caso.

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