La Spezia - Tra sabato e lunedì, i lavori allo stadio comunale di Follo saranno terminati. Lo Spezia è pronto dalla prossima settimana a ritrovare il suo abituale centro sportivo per gli allenamenti dopo essere emigrato allo stadio Picco per le ultime due settimane. L'incastro cronologico permette di liberare l'impianto di calcio del capoluogo in tempo per l'installazione del cantiere dei lavori che porteranno alla richiesta di deroga. Entro fine novembre tutto dovrebbe essere al proprio posto per i collaudi che preludono al saluto del Manuzzi-Orogel di Cesena, che ha tolto le castagne dal fuoco in questi primi tre mesi di serie A. Se tutto andrà come previsto, ci saranno quindi mille posti a disposizione dei tifosi.
Già, ma a chi andranno quei pochi posti? I biglietti sono in mano alle singole società calcistiche, che li gestiscono secondo propri indirizzi aziendali. Una quota va sicuramente alle autorità, che peraltro erano già presenti in queste prima giornate. Una quota viene riservata ovviamente alla società ospitata e un'altra parte agli sponsor e portatori d'interesse vari. E il resto? Ai normali tifosi, secondo un criterio individuale di ogni realtà. Ma gli ultras, quelli che cantano, paiono avere alta considerazione generale.
Il fatto è che il movimento, a livello nazionale, ha spesso rifiutato di entrare secondo la massima o tutti o nessuno. Anche quelli spezzini hanno chiarito in tempi non sospetti la propria posizione: i biglietti vadano a chi è in prima linea nell'emergenza Covid all'interno del sistema sanitario e ai bambini con famiglie. Molti club però sanno, oggi più che mai, quanto avere un nucleo di persone che trascinino la squadra sia importante per i risultati sportivi. Lo Spezia, a quanto pare, ci avrebbe contato parecchio. D'altra parte chi non ricorda la serie B 06/07, la prima dopo cinque decenni, e l'atmosfera delle sfide contro Juventus, Napoli, Bologna, Verona, Genoa etc.?
Il discorso diventa ancora più determinante negli stadi piccoli e raccolti. Ed il Picco è il meno capiente di tutta la massima serie. Il meno dispersivo, quello in cui l'effetto di qualche centinaio di focosi può davvero fare la differenza in un campionato in cui conta ogni singolo punto. Mentre si iniziava ad affrontare il ragionamento, ci hanno pensato purtroppo i ripetuti casi di positività all'interno del campionato a riportare con i piedi per terra.