La Spezia - L'Italia calcistica delle strisciate e dei tanti, troppi, luoghi comuni sembra aver scoperto lo Spezia. La vittoria di Benevento con prestazione annessa ha sorpreso analisti e sedicenti esperti che stanno iniziando ad apprezzare la cifra aquilotta, un gruppo di giocatori semisconosciuti, un mister che ha voglia di fare grandissime cose. Mentre si parla degli aquilotti tributando meriti e approfondimenti, alla Spezia la piazza si mostra felice ma anche molto prudente, com'è giusto: al netto degli entusiasmi per questo bellissimo inizio, il desiderio di tutti è che si porti in fondo un obiettivo storico. E dopo tanti il pubblico spezzino sembra aver imparato la lezione: sostegno ad oltranza, amore e orgoglio per questa piccola realtà che si sta mettendo in mostra, ma anche grande realismo per la durezza del campionato, le anomalie di una stagione senza precedenti, la capacità di squadre più abituate a soffrire a non mollare mai.
Ma l'impressione è che i tifosi e gli sportivi non siano affatto ebbri di qualche sporadica soddisfazione e vogliano accompagnare questa squadra alla salvezza, garantedosi almeno un'altra stagione in serie A: per potersela godere dal vivo, per vedere crescere ancora un po' un club che ha fatto grandi cose in questi dieci anni, per vedere, chissà mai, se una casa degna di questi risultati inediti si avrà mai. Felici ma concentrati, senza perdere mai l'umiltà dei saggi ma nemmeno disposti a "farsele raccontare" e, peggio, subire canzonature com'è già successo e come puntualmente continua ad accadere, altrove: qui insomma non si segue la squadra per un giro di giostra come molti auspicherebbero. Non è mai stato così, non lo sarà mai: e non è una questione di categoria. Certo, oggi si guarda al campionato con curiosa felicità: quella che ad esempio ci condurrà alla sfida all'Atalanta di Gasperini che arriva dopo la sosta. Una partita fra due squadre che, in modi naturalmente differenti e con coefficienti assoluti imparagonabili, hanno fatto divertire i loro tifosi e, soprattutto, hanno costruito l'esistente secondo un progetto calcistico chiaro. A livello di serie A dovrebbe essere normalità e invece basta guardare gli altri, senza andare lontano...