La Spezia - Un milione di lire al mese per il 18enne che era arrivato dalla Calabria poco più di un bambino per fare il calciatore. Tanto guadagnava Mauro Meluso nel 1983 quando con la Lazio esordì in serie A. E' lui l'ex della partita di sabato prossimo, visto che tra lo Spezia ed i biancocelesti gli incroci sono stati davvero scarsi storicamente. Si ricorda Libero Marchini, castelnovese, antifascista convinto che ha militato con i romani negli anni Trenta ed è rimasto nella storia perché fingeva sempre un prurito ad una gamba per evitare il saluto romano ad inizio partita. Più di recente Alberto Di Francesco, nello Spezia di Gallo e in quello di Marino dopo essere nato a Formello.
"Ai miei tempi invece non c'erano i centri sportivi di oggi. Ci allenavamo su un campo unico che si trovava a Tor di Quinto", ricorda Meluso, attuale direttore tecnico dello Spezia. Un bel centro, costruito in previsione delle Olimpiadi di Roma, che è stato utilizzato fino agli anni Novanta."Giocavo in una squadretta in Calabria, avevo 14 anni, e gli osservatori della Lazio mi chiesero di venire a Roma. Partii da solo, fu l'inizio di una carriera in cui ho cambiato venti città. Per questo dico sempre di essere figlio dell'Italia e di aver preso casa in autostrada".
Prima di trovare l'amore e una famiglia a Teramo, tutta la trafila con i biancocelesti. Esordio in serie B l'8 maggio del 1983. "Certo che lo ricordo, giocavamo contro la Reggiana e in quella Reggiana c'era Giovanni Invernizzi che ho ritrovato qua allo Spezia (responsabile settore giovanile, ndr) e con cui abbiamo parlato di quella partita. Alla Lazio ho fatto tutto il percorso dai giovanissimi fino alla serie A. La Lazio è stata la mia culla si può dire, anche se ormai sono passati tanti anni".
Tanti i giocatori che hanno fatto la storia in quello spogliatoio: Laudrup, D'Amico, Manfedonia, Giordano che chiuse da capocannoniere. Uno dei più esperti era Vinazzani, un altro approdato allo Spezia in anni recenti. Dopo la promozione in serie A l'arrivo di Giorgio Chinaglia da presidente e altre 12 presenze per il 19enne Meluso, autore di una doppietta contro l'Ascoli, prima di partire per un grande giro dell'Italia. "Io abitavo in un albergo in una zona bellissima dei Parioli, mi hanno fatto fare il liceo. Poi mi sono iscritto all'università La Sapienza. Avevo dato dieci esami a giurisprudenza, avevo passato il temutissimo diritto privato. La vita mi ha portato altrove, ma quello della laurea mancata è ancora il mio rimpianto".