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Il direttore a radio rai

Meluso: "Il segreto? Identità di squadra e sostenibilità finanziaria"

Mauro Meluso

Elegante ed intellettualmente onesto nel distribuire i meriti. A Vincenzo Italiano quelli di una squadra che propone un calcio interessante e redditizio anche in serie A. A Guido Angelozzi quello di aver portato il bilancio in attivo grazie alle plusvalenze sul mercato. Si spera a fine anno di poter rivolgere a lui gli stessi complimenti. I presupposti ci sono tutti: per adesso il mercato fatto in fretta e furia ha già messo in vetrina alcuni elementi davvero interessanti, da Chabot a Pobega, da Agudelo a Verde solo per citarne alcuni. Così Mauro Meluso racconta un po’ questo Spezia a Radio Rai 1 dopo il bel successo di Benevento. “Il nostro segreto, che tanto segreto non è, è l’identità di squadra che l’allenatore e il suo staff hanno sapute dare al gruppo. Io sono qui da due mesi, ho trovato un tecnico che è riuscito a lavorare nelle difficoltà con grande serenità. Sono arrivati risultati che i più non pensavano potessero competerci”.

A Meluso hanno chiesto di costruire una rosa che potesse salvarsi nel poco tempo che aveva a disposizione, rimandando un eventuale lavoro di patrimonializzazione alla prossima estate. Hanno chiesto anche di non gravare il club di contratti lunghi e di difficile sostenibilità nel caso in cui la salvezza non dovesse poi arrivare. “C’è una proprietà che ha lo Spezia da tanti anni, ha investito molto e ultimamente ha avuto risultati sportivi ed economici con manager che mi hanno preceduto. Il fatto di aver chiuso l’ultimo bilancio in positivo è una cosa che fa dello Spezia una mosca bianca nel panorama italiano. Sulla scia di questa impronta abbiamo impiegato un budget congruo per la salvezza, ma senza stravolgimenti che possano minare la salute economica della città”. Sullo stadio. “In questo momento stiamo giocando a Cesena, ma abbiamo la volontà di tornare quanto prima nel nostro Picco, anche se non potremo avere i nostri tifosi”.
Il modello Spezia è questo: passi commisurati alle proprie possibilità. “Noi cerchiamo di avere un nostro modello di calcio, come primo intento c’è quello di non appesantire i conti. C’è una proprietà importante, ci sono manager di alto livello come il presidente Stefano Chisoli e Gian Piero Fiorani, ma non andiamo a cercare contratti tropo onerosi. Speriamo che le cose possano andare sempre bene dal punto di vista calcistico, ma siamo pronti per ogni evenienza”.

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