La Spezia - Fin troppo semplice, oggi, asserire che bisogna andare a Torino con la rabbia che c'era prima di Napoli e la convinzione vista con la Sampdoria perchè bisogna battere il ferro finché è caldo, consapevoli che i punti "buttati" contro Parma e Bologna, non torneranno più e, soprattutto, alla luce di un calciomercato al termine del quale molte rose saranno diverse e rafforzate. Ma è, appunto, facile a dirsi, mentre da farsi è dura: basti pensare che risale al febbraio 2020 l'ultima volta in cui la squadra di Italiano, vittorioso nelle ultime due gare di serie A, non vince tre partite di fila in campionato. In quel caso furono addirittura cinque i successi consecutivi, il cuore di una grande rimonta iniziata nel pieno dell'autunno e suggellata con i playoff e la promozione agostana. Lo Spezia proverà a fare male ad un Toro pericolante ma vivo: lo dice la partita di ieri a San Siro, lo conferma la natura leonina dei granata, abituati da sempre a soffrire. Per ora il rendimento dei piemontesi non è stato all'altezza dei giocatori a disposizione e di Giampaolo, autore del miracolo Samp negli ultimi anni: ad oggi il Torino ha raccolto appena 12 punti e nell'era dei tre punti a vittoria, considerando le prime 17 giornate di Serie A ha fatto peggio solo nel 2002/03, quando ne raccolse 10, retrocedendo poi a fine stagione.